Sebbene le continue raccomandazioni a non allentare la tensione e a osservare tutti i precetti imposti in materia di sicurezza siano sacrosante, continua ad essere gestibile in Sicilia l'emergenza Coronavirus. Lo rivelano i dati forniti dalla Regione, che anche ieri pomeriggio hanno ribadito un trend favorevole, da un numero contenuto di nuovi contagiati dal Covid-19 all'aumento dei guariti, passando per una sostanziosa diminuzione dei pazienti ricoverati negli ospedali siciliani. Alle 17 di ieri i tamponi effettuati in tutta la regione erano stati 62.150 (3.418 in più rispetto a mercoledì 22 aprile). Quarantatré in più i positivi, con un numero totale salito a 2.926, anche se al momento le persone tuttora contagiate sono 2.301. Dicevamo dei guariti, che sono adesso 412, 24 in più rispetto al giorno precedente. Cinque persone sono decedute, e il numero complessivo di morti in Sicilia è salito così a 213. Sono 510 i ricoverati, 25 in meno rispetto a mercoledì, mentre i pazienti affetti da coronavirus che si trovano in terapia intensiva sono 34, e 1.791 sono i soggetti in isolamento domiciliare.
I dati riguardanti i casi di coronavirus riscontrati nelle varie province, aggiornati sempre a ieri pomeriggio, vedono il numero di casi positivi nell'Agrigentino ancora fermo a 129, con nessun ricoverato, 2 guariti e un deceduto. Situazione, a livello provinciale, così come riportao ieri sera dall’ASP di Agrigento, che registra un nuovo caso di contagio a Casteltermini, è il terzo in tre giorni e riconducibile al primo caso che ha coinvolto un operatore sanitario. Si attende l’esito del tampone post mortem invece per una bambina di un anno deceduta ieri all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. La piccola la scorsa settimana era già stata ricoverata per febbre alta e una polmonite, era stato effettuato il tampone che era risultato però negativo. Ieri il peggioramento, il ritorno in ospedale dove è però deceduta. Sul fronte delle guarigioni, secondo l’Asp, sono adesso 55 in tutto il territorio provinciale, mentre c'è stata tanta commozione nella comunità di Aragona per la morte di Angelo Fantucchio, operatore sanitario di 54 anni che lavorava presso l'ospedale di Conegliano Veneto. A Sciacca la situazione rimane invariata, su 23 casi complessivamente registrati dall’inizio dell’epidemia, 14 persone sono guarite e 3 decedute. Gli attuali positivi sono sempre 6. Sono arrivati, invece, gli esami di ulteriori 20 tamponi effettuati a persone che hanno concluso il periodo della quarantena. Complessivamente a Sciacca sono stati 579 i soggetti in isolamento domiciliare, per 271 i tamponi hanno dato esito negativo. Questi infine i dati delle altre province: Caltanissetta, 119 positivi, Catania, 706 Enna, 321, Messina, 397, Palermo, 358, Ragusa, 62, Siracusa, 97, Trapani, 112.
"Non solo i fondi regionali da utilizzare per i buoni spesa sono ancora bloccati a Palermo,
Sono cinquecento gli autori letterari che hanno sottoscritto un manifesto inviato alla Regione
"Assimea, l’Associazione Italiana delle Imprese, interviene oggi a tutela delle imprese aderenti e non ma, soprattutto, per salvaguardare chi deve aprire in questa Fase 2. Uscire e lavorare in sicurezza, anche se questa non è garantita al 100%, nemmeno rispettando i dettami del Dpcm". Lo sostiene il presidente dell'organizzazione Ernesto De Rosa, per il quale "risultano stucchevoli più che mai le polemiche fatte da alcune associazioni che conservano solo il nome ed un vecchio prestigio ma che non contribuiscono a fare chiarezza. Relativamente alla Fase 2 - osserva De Rosa - riteniamo che si debba riaprire nel pieno rispetto delle norme e soprattutto con dati sanitari e clinici chiari, che garantiscano l’autotutela e la tranquillità dei lavoratori". In questo senso- prosegue De Rosa- chiediamo alle istituzioni centrali di garantire le analisi di base, le sierologiche e i tamponi (coinvolgendo i laboratori che sono in grado di operare) oltre che per coloro che operano nelle strutture sanitarie e per i dipendenti delle aziende più esposte al contatto con il virus per motivi contingenti di lavoro".
"Le nostre imprese - prosegue ancora - sono disposte a contribuire e sostenere le analisi sierologiche per la ricerca degli anticorpi, in modo da sapere se si sia stati contagiati dal virus e, poi, magari effettuare i tamponi. Pertanto si raccomanda la massima cautela nel rispetto della vita altrui rivolgendo lo sguardo poi all'aspetto economico, cercando di rivedere i provvedimenti per le piccole imprese e lavoratori autonomi ed in particolare intervenendo con un sostegno a fondo perduto di somme pur minime 10/15 mila euro, che potrebbero rappresentare un momento di tranquillità rispetto al pressing legato alla riapertura". "Bisogna premiare quelle imprese- conclude il Presidente di Assimea De Rosa- che pur non lavorando hanno continuato a versare gli stipendi ai dipendenti, atteso che con il decreto liquidità sarà una minima percentuale di imprese e lavoratori autonomi a beneficiarne. Molta della classe dirigente non sa che negli ultimi cinque anni vari onesti imprenditori si sono suicidati e che la stragrande maggioranza è andata in "Crif" e in centrale rischi per non essere riuscita a pagare mutui e/o affidamenti alle banche. Adesso, tutte queste aziende che stavano cercando di ripartire, con la chiusura delle attività, si vedono addirittura negare dagli stessi istituti l’utilizzo dei fondi garantiti dallo Stato. E tutto ciò non è possibile".