ma alla luce dell’ultimo decreto Draghi, cosa si può fare e cosa no, non è proprio definito e varia, in tutti i casi, dalla zona ( sia essa gialla, arancione o rossa ) in cui la propria regione o il proprio comune vengono classificati di settimana in settimana. L’unica certezza, al momento, che riguarda tutte le zone, è quella relativa alle funzioni religiose. Possono svolgersi sempre, purché rispettando il distanziamento tra i fedeli ed indossando la mascherina. Molte chiese, infatti, hanno confermato le celebrazioni sia di cresime che di comunioni, anche in zona rossa. A Sciacca, ad esempio, proprio in questi giorni stanno prendendo il via cresime e comunioni. Battesimi e matrimoni possono pure svolgersi, seppur in tanti stiano decidendo di spostarli ad una data più lontana, nella speranza che le restrizioni anticovid siano meno astringenti. Ad oggi, essendo la Sicilia in zona arancione con alcuni comuni in zona rossa, possono svolgersi solo le funzioni religiose e non sono, invece, permessi i festeggiamenti. Se dalla prossima settimana la Regione rientrerà in zona gialla, allora si potrà festeggiare al ristorante, purché a pranzo ed all’aperto ed in numero ristretto. Dal 1° giugno, sempre in zona gialla, saranno, consentite le attività di ristorazione anche al chiuso dalle 5 alle 18. In zona arancione e zona rossa rimarranno invece chiusi. Il numero di persone consentite dipenderà dalla capienza del luogo. Tra i posti a sedere verrà assicurata la distanza di 1-2 metri e potranno consumare allo stesso tavolo fino a 4 persone (o più soltanto se conviventi). Vietati, invece, i grandi buffet. Non si può, infine, in tutti i casi, festeggiare in tanti a casa. A partire dal 1° maggio in zona gialla e arancione si potranno invitare fino a 4 persone non conviventi. In zona rossa, invece, le visite tra le mura domestiche sono vietate in modo assoluto. Da non dimenticare il coprifuoco, ancora valido a partire dalle 22.00. Insomma, le limitazioni sono numerose. L’incertezza scaturita dalla classificazione in una zona piuttosto che in un’altra è logorante per chi vorrebbe organizzare un ricevimento e per chi lavora nel settore e vive proprio di questo. Le proteste iniziano a montare tra ristoratori e tra chi appartiene al più ampio mondo del wedding.