Tra enogastronomia e contributi artistici e letterari, coinvolti i ragazzi degli istituti superiori “Calogero Amato Vetrano”, “Don Michele Arena”, “Tommaso Fazello” e liceo scientifico “Enrico Fermi” di Sciacca.
L'antica tradizione di preparare la cuccìa il 13 dicembre pare tragga origine da una carestia che colpì la Sicilia a metà del 1600. Si fecero allora delle preghiere per chiedere l’aiuto divino e proprio il giorno di Santa Lucia, giunse nel porto di Palermo una nave carica di grano che fu subito distribuito tra la popolazione. La gente, per non perdere ancora del tempo per macinarlo e trasformarlo in farina e poi in pane o pasta, lo cucinò così com’era. Da allora, in segno di riconoscenza, il giorno di Santa Lucia, ritenuta l’artefice del miracolo, non si mangiano né pane nè pasta, ma la cuccìa, come venne mangiata secoli or sono. Lo ricorda anche Giuseppe Pitrè, famoso studioso di tradizioni popolari. Un'usanza che non si è persa e che a distanza di anni anche a Sciacca continua ad essere praticata.
E ieri in sala Blasco, non è si è solo degustata la cuccìa. È stato un vero e proprio recupero delle tradizioni legate al giorno di Santa Lucia, tra letture, canti ed opere artistiche, grazie al contributo dei diversi istituti scolastici intervenuti in base alle proprie peculiarità dei percorsi formativi. Come ha spiegato ieri al nostro telegiornale l'assessore Mondino, per il “Natale Insieme 2018” sono state, infatti, coinvolte tutte scuole della città. Dai piccoli delle primarie, agli studenti delle superiori di primo e secondo grado, tutti gli studenti saranno i protagonisti delle manifestazioni natalizie che si susseguiranno in questi giorni fino al 12 gennaio. Sarà possibile ammirare nelle vetrine delle attività commerciali del centro storico i presepi realizzati dagli studenti, degustazioni di prodotti tipici siciliani, poi ancora esibizioni di cori, concerti, iniziative di solidarietà, letture e laboratori, iniziative rivolte a bambini e ragazzi di tutte le età.