Il lungo elenco delle segnalazioni che pervengono alla nostra redazione comincia da via Aldo Moro dove l'illuminazione pubblica difetta in alcuni punti. Non tutti i pali infatti sono funzionanti con la conseguenza che transitare da quelle parti, in una zona densamente popolata, diventa davvero pericoloso a causa della scarsa visibilità serale.
Aspettano che il circo vada via perchè possa essere ripristinata la pubblica illuminazione, invece, i residenti di contrada Bordea, nella zona che si affaccia sulla statale, a cui si riferiscono queste immagini, da cui per l'appunto non è possibile desumere granchè dal momento che la zona come detto è al buio da quando il circo è stato installato alla Perriera.
Procedendo più avanti, verso contrada Fontana Calda, l'omonima via, nel tratto che da via Aldo Moro arriva ed oltrepassa l'ingresso per l'istituto Amato Vetrano, è ormai diventata un colabrodo. E' disseminata da transenne, buche che con la pioggia sono diventate dei perfetti stagni e avallamenti vari invasi da acqua. Insomma una strada intransitabile e percorribile solo con mezzi adatti e invece a transitarvi sono ogni giorno decine di famiglie residenti nella zona e i tantissimi studenti che devono raggiungere il vicino istituto superiore.
Queste sono invece le condizioni in cui versa la via Mantova, in contrada Perriera. Una situazione che ha dell'incredibile: in una via di poche centinaia di metri, non si contano più le transenne presenti ormai non si sa più da quanto tempo. Non è esagerato battezzarla come la via Ghezzi della contrada Perriera, visto che in entrambi i casi sono più le transenne che la parte di carreggiata lasciata libera al transito. Ma c'è anche dell'altro: ci sono infatti profondissime voragini non transennate che costituiscono un grave pericolo per automobilisti, motociclisti e pedoni. E non sono mancati i casi di autovetture finite in queste voragini scoperte e non segnalate, che hanno registrato danni importanti. Una situazione vergognosa, segnalata diverse volte dalla nostra redazione, alla quale non si capisce perchè non venga posto rimedio, tra l'altro per una strada prossima al Liceo Enrico Fermi, che è praticamente via di transito per centinaia di scooter e automobili ogni giorno.
Torniamo ad occuparci di perdite idriche. Partiamo da via Modigliani, dove siamo difronte il tipico caso di perdita idrica che lasciata lì per mesi e mesi ha già eroso profondamente l'asfalto e generato una bella buca. L'acqua continua a disperdersi tre, quattro volte la settimana pazientemente, ad invadere l'intera via Modigliani, e probabilmente a scorrere anche giù verso l'istituto Dante Alighieri, dove a prescindere dalla causa, il risultato è che su parte del perimetro esterno della scuola c'è uno sversamento di acqua che lascia viscida e pericolosa la pavimentazione del piazzale che di conseguenza non può essere fruito dagli studenti della scuola. Di perdite idriche arrivano segnalazioni anche dal quartiere Rocca dei Fiori, zona che è notoriamente conosciuta per disservizi nella erogazione idrica. Eppure da anni il presidente del comitato di quartiere Mimmo Butera, segnala al gestore alcune perdite idriche senza nessun riscontro. Sono tre anni che in via de Gasperi nei pressi di una attività commerciale, ad ogni erogazione, la perdita fa il suo corso, stessa identica situazione in via Bellini, dove qui di anni ne sono passati due, per una perdita idrica segnalata da cittadini, comitato ad amministrazione e gestore idrico, senza che a nessuno ancora venga in mente di intervenire.
Chiudiamo questa lunghissima pagina, passando dal cimitero di Sciacca a cui si riferiscono le immagini che ci ha inviato un telespettatore che da sole dicono abbondantemente qual è la situazione in alcuni punti. Evidentemente devono essere stati effettuati dei lavori di scerbatura senza che a questi abbia fatto seguito la rimozione degli sfalci, che evidentemente risulta indispensabile.
Comune di Sciacca escluso dalla graduatoria dei progetti per i cantieri di lavoro finanziati dalla Regione Siciliana. In realtà è in ottima compagnia, stessa sorte è toccata, ad esempio, al comune di Menfi. C’è poi da evidenziare, guardando la graduatoria provvisoria pubblicata dall’assessorato alle politiche sociali e del lavoro, che per molti altri comuni della provincia di Agrigento che pure sono stati ammessi, viene evidenziata l’inadempienza sull’apposita piattaforma. Solo 9 comuni in Sicilia sono stati ammessi senza alcun rilievo. Tornando a Sciacca, l’esclusione dai cantieri di lavoro è legata alla mancanza della firma digitale e analoga circostanza ha comportato l’esclusione del comune di Menfi. Sulla vicenda oggi i consiglieri comunali di opposizione hanno presentato una interrogazione all’amministrazione Termine affinché provveda immediatamente a presentare eventuali osservazioni e a contattare gli organi regionali preposti nell’auspicio di poter rimediare all’esclusione. Opposizione consiliare che, sui cantieri di lavoro, aveva a suo tempo sollecitato la giunta Termine a presentare in tempo i progetti per consentire l’inserimento di persone disoccupate in attività di servizio pubblico. Progetti quelli presentati nello scorso mese di settembre che riguardano il rifacimento dei marciapiedi di via Catusi e via Fratelli Argento con l’obiettivo di impegnare 20 unità lavorative per ciascun cantiere di lavoro. Per i consiglieri di opposizione nulla è perduto, considerato che l’elenco dei progetti non ammessi che è stato pubblicato dalla Regione Sicilia permette di presentare delle osservazioni motivate per consentire l’inserimento in graduatoria del progetto al momento escluso, in questo caso per mancanza di firma digitale dell’istanza. Fiducia nella possibilità di recuperare arriva anche dalla giunta municipale con l’assessore Francesco Dimino che evidenzia come il bando originale che risale al 2017 non prevedesse la firma digitale. Lunedì ci confronteremo con l’assessorato regionale per non perdere questa opportunità, ha aggiunto l’assessore Dimino
L’ordine dei medici della provincia di Agrigento ha ripetutamente denunciato
Un incontro con il nuovo direttore generale dell’Asp di Agrigento per affrontare le criticità della medicina del territorio. E’ stato sollecitato dal presidente dell’Ordine degli infermieri della provincia Salvatore Occhipinti che evidenzia come, nonostante il ruolo dell’infermieri assuma una importanza rilevante nell’assistenza sanitaria ai pazienti, sussistano tutta una serie di criticità legate innanzitutto alla carenza di personale. Gli infermieri, eroi durante la pandemia, attendono ancora il riconoscimento del “Premio Covid” nonostante i relativi finanziamenti siano già stati introitati nelle casse dell’Azienda Sanitaria Provinciale.
“L’Infermiere è un professionista che si trova a fronteggiare situazioni difficili, dovute a carenze strutturali, organizzative e di organico – prosegue Salvatore Occhipinti con professionalità, impegno e coraggio, sacrificando spesso la propria famiglia e rischiando la propria incolumità a causa, come noto, di aggressioni, per assistere e proteggere le persone più fragili. L’infermiere è determinante nella gestione del paziente e lo diventerà ancora di più con l’istituzione delle Case della comunità e degli Ospedali della comunità che puntano a implementare l’assistenza ai soggetti anziani e pluripatologici e prevedono un‘assistenza nuova rispetto al passato, nella quale la figura dell’infermiere riveste un ruolo fondamentale. Un nuovo modello di assistenza che si scontra con la situazione degli organici. Occorre reclutare sul territorio nazionale ben 20mila infermieri, dice il presidente dell’ordine di Agrigento Salvatore Occhipinti per potenziare la Medicina del territorio con le Case della salute e le Case di comunità, insieme all’attivazione dell’Infermiere di famiglia, e Comunità per la gestione delle patologie croniche che rappresentano futuro dell’assistenza sanitaria. Gli ostacoli sono dettati dalla sostenibilità economica ma il personale, aggiunge Occhipinti, deve essere considerato come una risorsa e non una spesa da tagliare.
Per comprendere effettivamente la carenza di personale infermieristico negli ospedali, conclude Salvatore Occhipinti, basterebbe conteggiare lo sforamento del budget dello straordinario, l’utilizzo delle pronte disponibilità quale strumento sostitutivo e non integrativo di turno e le ferie residue. Problematiche che l’ordine degli infermieri di Agrigento intende discutere con il nuovo manager dell’ASP Giuseppe Capodieci.