Francesca Valenti scrive a Roberto Speranza e chiede di inviare subito al "Giovanni Paolo II"
Francesca Valenti scrive a Roberto Speranza e chiede di inviare subito al "Giovanni Paolo II" di Sciacca gli ispettori del ministero della Salute. Ritiene, il sindaco, che la decisione di concentrare 75 posti letto anti Covid all'ospedale di Sciacca sia una violazione delle stesse indicazioni del ministro, ritenendo anche che con questo metodo si metta a rischio la sicurezza del nosocomio.
Intanto stamattina sulla sua pagina Facebook la Valenti ha scritto che "i vertici sanitari regionali e provinciali stanno deliberatamente e dolosamente disattendendo il parere del comitato scientifico nazionale e le indicazioni ministeriali. Eppure, il diritto alla salute è lo stesso per tutti i cittadini italiani"! Sindaco Valenti che, dunque, continua a tuonare contro la trasformazione di un intero piano (il 2°) del "Giovanni Paolo II" in Covid-Hospital, con l'insediamento, in prospettiva, di almeno 75 posti letto di degenza ordinaria per pazienti affetti da Covid-19. Una vicenda peraltro nella quale continuano a non venire presi in considerazione i contenuti delle linee guida del ministero della Salute, che ha indicato specifici parametri preferenziali nella scelta dei luoghi di cura per gli affetti da coronavirus, dicendo di no ai cosiddetti "ospedali misti". Il sindaco di Sciacca nel suo post odierno pubblica anche un link con le dichiarazioni del ministro Roberto Speranza, che ancora una volta anche ieri sera al talk di Giovanni Floris ha ribadito quanto più volte già detto in merito.
Anche il sindaco di Agrigento Lillo Firetto si è espresso contro l'allocazione di tutti questi posti letto anti Covid al San Giovanni di Dio. Questione, peraltro, che nella città del templi ha visto anche attivare una raccolta di firme. Comunque è perfettamente inutile nascondercelo: anche se nessuno lo ammette apertamente, magari per evitare incidenti diplomatici, tutti guardavano alla possibilità che l'ospedale di Ribera, che oggettivamente opera a ranghi ridotti, potesse essere trasformato in ospedale Covid, senza gli altri reparti tradizionali. E invece addirittura il "Fratelli Parlapiano" di posti letto Covid (a differenza degli altri quattro ospedali agrigentini) non ne avrà nemmeno uno. Per qualcuno questo sancirebbe la chiusura definitiva, in prospettiva, di quell'ospedale. In ogni caso, circa l'orientamento di un insediamento della maggior parte dei posti letto tra gli ospedali di Agrigento e Sciacca hanno inciso, sicuramente, le osservazioni di anestesisti e rianimatori, i quali la scorsa settimana avevano fatto notare come sarebbe stato necessario concentrare i posti letto Covid nei nosocomi che potevano garantire una turnazione diuturna, cosa che non sarebbe stata possibile altrove. A schierarsi contro i Covid hospital sono stati anche i sindacati. Ma a dire che non era possibile insediare i posti letto anti Covid solo in un unico ospedale è stato ieri il deputato all'ARS Carmelo Pullara, per il quale questa richiesta proviene da una visione miope del problema, posto che a Ribera non ci sono né attrezzature né personale medico. A rispondergli in serata è stato il collega d'aula Michele Catanzaro, che ha parlato di osservazioni, quelle di Pullara, smentite da innumerevoli medici, infermieri, operatori sanitari di ogni livello, ordine e grado,che, a gran voce e da giorni, chiedono alle autorità regionali di assumere decisioni che mettano in sicurezza la loro incolumità e quella dei pazienti che assistono ribadendo, soprattutto, che non si ripetano qui gli errori che sono stati commessi in altre parti del paese". Il dibattito continua, ci si accapiglia, si parla ma il tutto nella sostanziale indifferenza dell'assessore Razza, le cui direttive, a Sciacca, continuano a venire concretizzate con strumenti e accessi dedicati dal commissario ad acta Alberto Firenze.
Il laboratorio di analisi dell'ospedale "San Giovanni di Dio" di Agrigento è stato dotato della strumentazione necessaria per lo screening (in autonomia) dei tamponi per accertare eventuale positività al Coronavirus. Lo hanno reso noto i vertici dell'Asp, annunciando che a breve la stessa cosa accadrà anche per il laboratorio dell'ospedale "Giovanni Paolo II" di Sciacca. Un obiettivo che il direttore generale Alessandro Mazzara considera molto importante, significandone le ragioni.
Il responsabile dell'unità operativa di Patologia Clinica Giuseppe Friscia ha spiegato in che modo l'autonoma dei laboratori di analisi potrà essere definita in maniera operativa, evidenziando che potranno essere processati almeno 80 tamponi al giorno.
Sul tema anche le dichiarazioni del direttore sanitario dell'Asp Gaetano Mancuso.
Numeri impazziti per i casi di Coronavirus. A Sciacca sarebbero 20,