che non ha nascosto la voglia di rientrare in maggioranza, hanno innescato la ripresa di un dibattito politico rimasto giocoforza congelato durante il difficile periodo del lockdown.
Sono trascorsi 7 mesi da quando, al culmine di tensioni fittissime tra le parti politiche in causa, Carmelo Brunetto si è dimesso da assessore. Ne sono trascorsi quattro dal tentativo (fallito) di sfiduciare Francesca Valenti. Tentativo fallito anche per la sostanziale indisponibilità finale dei tre consiglieri Cusumaniani (a lungo inseguiti, soprattutto da “Sciacca al Centro”, il soggetto politico che fa capo all'ex sindaco Fabrizio Di Paola, che assai più di altri soggetti dell'opposizione di centrodestra guardava già alle prossime elezioni).
E così oggi ci si trova nuovamente a non escludere che l'attuale amministrazione torni ad avere non una maggioranza, ma quanto meno la parità dei numeri (obiettivo comunque complicato se si considera la posizione sempre più critica e indipendentista di Paolo Mandracchia).
I rumors sempre più insistenti che si inseguono da qualche giorno riferiscono che, a dispetto delle sue dichiarazioni, Ambrogio potrebbe non avere parlato affatto “a titolo personale”, chiarendo così che la linea del partito è quella, andando solo in avanscoperta per sfidare in qualche maniera soprattutto il Partito Democratico. Al momento la Valenti si è limitata, dal canto suo, ad esprimere parole di apprezzamento nei confronti di Ambrogio.
Ma adesso, dalle parole si potrà passare ai fatti? Tutti ricordano che Italia Viva non gradì il veto opposto da Francesca Valenti sul nome di Gianluca Guardino, che avrebbe dovuto sostituire in giunta Calogero Segreto (costretto a dimettersi dopo la rottura con Nuccio Cusumano). Poi però arrivarono le dimissioni di Carmelo Brunetto, giunte per lealtà nei confronti del suo gruppo politico, nella fase dello scontro massimo tra Cusumano da un lato, e la Valenti e Michele Catanzaro dall'altro. Bisogna capire, dunque, quali possano i termini di un eventuale sostanziale ripristino al governo cittadino della coalizione vincitrice delle elezioni del 2017. Si sa che gli assessori possono essere 7. Non escludendo qualche sostituzione di quelli tuttora in carica, lo spazio per il reinnesto di due amministratori provenienti dall'ala Cusumano c'è. Oltretutto l'ex senatore ripete da sempre che è stata la sua lista (che al tempo del voto si chiamava “Sciacca Democratica”) ad essersi piazzata al primo posto tra quelle del raggruppamento a sostegno della candidatura della Valenti. Lista dove – va detto solo per completezza della memoria - il più votato era stato Filippo Bellanca, poi estromesso. La sensazione è che si attenda adesso un segnale di apertura (o per meglio dire di riapertura) da parte del Partito Democratico che, ormai, se si eccettuano la componente Cimino di Sicilia Futura e l'ala sinistra rappresentata da Fabio Leonte, gestisce l'amministrazione comunale come quello che in passato si sarebbe potuto definire “monocolore”. Probabilmente il tentativo in atto è quello di superare le asprezze che ci sono state nel recente passato. Perché se rimangono sul tappeto veti e sospetti reciproci, difficilmente si riuscirà a ricomporre il gruppo. Gruppo che è chiamato ad amministrare la città per altri due anni, e a farlo in un clima di superiore concordia, anche se i dubbi che alle prossime elezioni amministrative i protagonisti della partita potrebbero sparpagliarsi rimangono intatti. Ma non è solo la questione dei Cusumaniani quella che Francesca Valenti è chiamata a risolvere. Da almeno 6 mesi, infatti, che l'ala Cascio-Sabella di quella che un tempo era “Sicilia Futura” chiede l'avvicendamento all'interno della giunta. C'è, sullo sfondo, un accordo politico interno tra le due correnti che, tuttavia, non è stato ancora rispettato. Spetta al sindaco risolvere questo problema. Probabilmente tutto slitta a dopo l'estate, posto che siamo reduci dal periodo complicato della lotta contro il coronavirus. Problemi interni alla maggioranza politica che, naturalmente, diciamolo pure, poco interessano la collettività ma che, al tempo stesso, hanno una loro importanza.