allora poi non ci si può lamentare se la gente esce di casa. Ciò premesso, va detto anche che è vero che dalle nostre parti non c'è più alcuna percezione di un possibile pericolo di contagio. Succede infatti che da settimane gli ammassamenti popolari siano gli stessi di sempre, con sonore beffe delle misure precauzionali e di quelle (peraltro tuttora vigenti) sul distanziamento sociale e contro ogni forma di assembramento. Non c'è più alcuna paura, dunque.
Il fatto che il coronavirus (per fortuna) abbia graziato noi siciliani, sembra avere autorizzato a battezzare il tanto temuto “liberi tutti”. Una criticità, questa, che vale indistintamente per qualsiasi fascia d'età, di censo e di grado di istruzione.
E così centinaia di giovani da diverse sere si riuniscono “gomito a gomito” per partecipare ad una festa o per bere qualcosa insieme. Tipo ieri sera, intorno alla mezzanotte, quando almeno cinquecento ragazzi erano serenamente assembrati nei pressi della Terrazza Scandaglia. Trovarsi all'aperto è sicuramente una garanzia, ma è anche vero che non è normale costringere i ristoratori a dimezzare i propri tavoli, o anche soltanto immaginare le classi scolastiche che tra due mesi dovranno riaprire i battenti tra banchi separati da lastre di plexiglas e riduzione del numero degli alunni concentrati in un'unica stanza se poi, in questa fase, si fa a meno della mascherina o ci si abbraccia e ci si bacia come se niente fosse successo, come se non fossimo reduci da un periodo storico che, soprattutto all'inizio, ci aveva preoccupato un po' tutti. Ecco, come al solito si sta passando dall'esagerazione della psicosi all'esagerazione della libertà totale di vita sociale, senza più riflettere su una diffusione del coronavirus che se in Italia (e proprio grazie alle misure restrittive dei mesi scorsi) il contagio si è nettamente ridimensionato, in altre parti del mondo, anche assai civilizzate come gli Stati Uniti, il contagio è ormai assolutamente fuori controllo.
Insomma: coronavirus non ti temo, sembrano voler dire tutti quelli che avevano bisogno di riconquistare quella libertà negata da una pandemia che, per le attuali generazioni, non aveva mai avuto alcun precedente nella storia. La situazione dalle nostre parti è ormai quella di una società che considera il problema ampiamente superato. Se dal punto di vista psicologico siamo di fronte alla voglia di vivere e di tornare alla normalità, dal punto di vista clinico non si può avere dimenticato tutto quello che è accaduto e che, ancora, non è ancora del tutto cessato, come dimostrano le cronache giornaliere. Soprattutto i nostri ragazzi vogliono godere del divertimento estivo, e hanno perfettamente ragione. Nessuno ritiene di dovere continuare a seguire i precetti che tra febbraio e maggio hanno impedito alla società di vivere. Ma quanto meno, pur nella fase di allentamento delle misure, alcune norme basilari dovrebbero continuare ad essere osservate. Non foss'altro che per rendere più difficile la vita del virus. Forse si impone un rinnovato senso della responsabilità. Senza psicosi, s'intende, ma soltanto con un minimo di prudenza in più. È davvero così difficile?