a causa della crisi e puntare sul made in Italy di qualità. Questi gli obiettivi dei finanziamenti statali per un totale di 140 milioni di euro che il Ministero delle Politiche Agricole ha messo sul tavolo per sostenere la campagna olearia 2020, in particolar modo a seguito della crisi economica e di mercato legata all'emergenza coronavirus. I produttori possono richiedere questi aiuti entro il prossimo mese di dicembre 2020. La misura sta suscitando, com'era prevedibile, particolare interesse soprattutto in Sicilia, dove risiedono i maggiori produttori e aziende del settore. Il rilancio della filiera olivicola nazionale e il sostegno della prossima campagna olearia italiana in funzione anti-Covid sono, quindi, tra le mission di questi fondi. C'è un fondo di garanzia di quasi 7 milioni di euro, controgarantito dal Ministero e gestito dal consorzio ConfeserFidi, per facilitare l’accesso a finanziamenti bancari di importo compreso fra 50 mila e 2,5 milioni di euro ciascuno, per una durata fino a 12 mesi. Il totale di prestiti attivabili ammonta a oltre 140 mln di euro. Tali somme possono essere impiegate anche per l’acquisto di scorte di olio e di olive “made in Italy” presso i piccoli conferitori e soci produttori.
L’incentivo consentirà alle Organizzazioni di produttori e alle relative Associazioni di acquistare maggiori quantitativi di olio e di olive con l’obiettivo di incrementare la produzione, di promuovere i prodotti e di rafforzare la filiera nazionale.
In questo anno particolare, lo strumento vuole servire pure a favorire il rilancio delle attività di un comparto già fortemente colpito da una campagna 2019 sfavorevole e dalle conseguenze economiche della pandemia, che ha provocato un forte calo di vendite al dettaglio durante il “lockdown”.
Organizzazioni, Associazioni e Produttori possono sin da subito inoltrare le loro manifestazioni di interesse a ricevere i fondi. Si tratta di una concreta possibilità di rilancio per una filiera che, indebolita dalla congiuntura avversa, se non attinge al sostegno pubblico, rischia di venire sopraffatta dalla spietata concorrenza estera, che esporta olio a basso costo, di bassa qualità e con minori controlli fitosanitari.