Continuano ad essere inesorabilmente rinviati gli affidamenti per gli attesi lavori riguardanti il secondo modulo del depuratore e per il secondo stralcio funzionale della rete fognante di Sciacca.
Si tratta di progetti che devono essere sbloccati dall'ufficio nazionale del commissario unico per la depurazione, organismo istituito per accelerare (mai, in questo caso, parola fu più inappropriata) lo svolgimento di tutti i progetti necessari all'adeguamento dell'Italia ad un sistema moderno ed efficiente di smaltimento delle acque reflue e di rifacimento delle reti idriche. È la Sicilia, in particolare, la regione più in difficoltà su questo settore, così come lo stesso ministro dell'ambiente Sergio Costa ha riferito alla commissione bicamerale ecomafie sulal gestione delle acque reflue.
Organismo, quello istituito a Roma, allo scopo di fronteggiare le quattro procedure d'infrazione aperte dall'Unione Europea per la raffica di irregolarità in materia di depurazione, soprattutto nelle regioni del sud Italia, con ancora troppi comuni che non solo non depurano regolarmente, ma che in qualche caso non dispongono nemmeno di reti fognarie. Procedure d'infrazione che vedono l'Italia pagare multe salatissime, e sarà così almeno fino a quando la situazione non sarà normalizzata. Con i tempi che la burocrazia italiana è abile ad allungare.
Commissario unico che nel frattempo è cambiato. Non è più Enrico Rolle. Al suo posto il governo ha nominato Maurizio Giugni. Ma la novità è stata l'introduzione di due subcommissari, fatto che non può non indurre ad una riflessione ironica quanto meno sul fatto che l'ufficio del commissario unico per la depurazione ci dice che il commissario è tutt'altro che “unico”. Eppure la nomina di Rolle era stata fatta per superare la parcellizzazione di commissariamenti regionali, con un accentramento a livello nazionale. Il ministro Costa ha detto che si sta tentando di procedere con tutte le semplificazioni necessarie a far uscire l'Italia dalle procedure di infrazione. Per sostenere i progetti di superamento delle criticità in dieci anni il governo ha stanziato 4,3 miliardi di euro. Ma sono ancora troppi i progetti tuttora fermi. Per Sciacca il primo modulo del depuratore e del primo stralcio del Parf furono realizzati nei primi anni Duemila, nel corso dell'amministrazione Cucchiara. Il sindaco Valenti ha appreso dall'ufficio del commissario unico che gli affidamenti per depuratore e parf avverranno entro il 2020. Sono progetti che erano stati prodotti da Girgenti Acque ma poi, dopo l'interdittiva antimafia, avocati (ma anche adeguati in linea tecnica) dall'ufficio del commissario unico. Sono anni che si attende il via a questi lavori che, una volta completati, finalmente renderanno la città di Sciacca (con soddisfacimento delle sue esigenze turistiche) finalmente adeguata dal punto di vista ambientale, interventi dunque fondamentali perché aumenteranno anche la capacità di smaltimento del depuratore, permettendo la restituzione alla balneabilità di diversi chilometri di costa, soprattutto di quella che si affaccia all'interno del perimetro urbano, che ad oggi non sono utilizzabili.