ha deciso di abbandonare l'aula, invocando un chiarimento politico all'interno della coalizione che amministra la città. Ancora una volta, infatti, i consiglieri Cusumaniani (Ambrogio, Guardino e Ruffo) hanno disertato i lavori. Oltre a loro lo ha fatto anche Alberto Sabella, che attende il rispetto degli accordi sull'avvicendamento in giunta tra le componenti Cimino e Cascio di quella che fu "Sicilia Futura". Otto i presenti nei banchi della maggioranza, uno dei quali Paolo Mandracchia, che ormai, dopo le recenti critiche sulla questione dei rifiuti, viene considerato sempre più alla stregua di un fuoriuscito. Ma comunque erano pochi i presenti anche nell'opposizione di Centrodestra, ma onestamente va ricordato che non è questo che amministra. "È evidente come l'amministrazione sia sotto ricatto politico", ha detto Calogero Bono, invocando un chiarimento all'interno della coalizione chiamata ad amministrare la città. Anche se a fare notizia oggi è che il chiarimento interno al gruppo vincitore delle elezioni amministrative del 2017 è stato richiesto anche dal consigliere (e soprattutto assessore in carica) Fabio Leonte, che è intervenuto per evidenziare, in maniera papale papale, la necessità che a questo punto il sindaco Valenti rompa gli indugi e assuma una decisione che sia chiara e netta nei confronti di quelle forze che attendono il reintegro in coalizione ma anche (assai più sostanzialmente) l'ingresso in giunta di propri assessori. Al momento in giunta ce ne sono 5. La legge permette che possano diventare 7. Non sono solo quelli di Italia viva, che dopo lo strappo dei mesi scorsi sono sostanzialmente tornati sui propri passi, gli appetiti che Francesca Valenti è chiamata a fronteggiare. Dicevamo di Alberto Sabella. In ogni caso non dovrebbe essere lui in persona il nuovo assessore di Sicilia Futura. Francesca Valenti ieri sera aveva chiesto di potere intervenire (all'ordine del giorno c'era la discussione sull'ormai ultradatato ingresso in giunta degli assessori Bacchi e Lo Cicero), ma dall'opposizione è stato fatto notare che non aveva senso parlarne in assenza di definizione degli assetti, nell'interesse della città. E così alla fine i consiglieri di Centrodestra presenti (Bono, Milioti e Cognata, in precedenza c'era stato anche Maglienti) hanno abbandonato l'aula. Niente numero legale, si riprova questa sera, dove è richiesta una maggioranza in aula minima di 10 consiglieri. Dai gruppi di maggioranza c'è stato l'ennesimo appello del senso di responsabilità di Simone Di Paola, mentre Elvira Frigerio ha provocatoriamente letto il testo del giuramento che i consiglieri comunali recitano quando si insediano. Ci sono state ancora una volta polemiche per la modalità "mista" (in parte in presenza, in parte in videochat) dei consiglieri comunali. Milioti è tornato a lamentarsene, mentre Bono ha sollevato il problema della legittimità della seduta, che per legge dovrebbe essere "pubblica", ma che in assenza (come misura anticovid) del pubblico la pubblicità viene garantita attraverso un sistema dello streaming (l'unico che, in assenza della TV trasmette il consiglio) che, però, non funzionava a dovere. Il presidente Montalbano ha accusato Milioti di non avere a cuore il diritto alla salute. L'interessato ha replicato ribadendo che il responsabile della sicurezza ha piu' volte ribadito che, rispettando le misure del distanziamento sociale e l'uso dei dispositivi di protezione individuale non ci sono piu' rischi.