continua ad essere un obiettivo più volte annunciato ma che, ancora, non ancora concretizzato. È, questo, solo uno dei motivi alla base della protesta tuttora in corso del Comitato Civico per la Sanità, che da settimane organizza sit-in (ai quali hanno aderito diversi sindaci del circondario) all'ingresso del "Giovanni Paolo II". In un'intervista rilasciata al collega Ernesto Oliva della TGR della Rai, il commissario straordinario degli ospedali riuniti di Sciacca e Ribera Alberto Firenze (il suo primo incarico scaduto a fine luglio è stato rinnovato dall'assessore Ruggero Razza) è tornato a dichiarare che nei prossimi giorni verranno superati gli attuali problemi, a partire da un reparto di Medicina (quello dove a marzo scoppiò l'epidemia ospedaliera) tuttora funzionante a scartamento ridottissimo. Ma c'è di più. Firenze ha fatto sapere che a breve l'ospedale di Sciacca avrà una più moderna apparecchiatura per un esame più tempestivo dei tamponi. Di rilevante c'è sicuramente l'impegno assunto nei giorni scorsi dal nuovo commissario straordinario (con funzioni di direttore generale) dell'Asp di Agrigento Mario Zappia, che ha fatto sapere che almeno due volte alla settimana sarà a Sciacca per rendersi conto personalmente di come vanno le cose. Ma che le cose vadano tutt'altro che bene lo rivelano non solo le reiterate denunce del Comitato (grazie al quale le luci dei riflettori sulla sanità saccense finalmente non si spengono più) ma anche quelle che vengono fuori anche dagli stessi social. L'ultimo caso denunciato è stato quello dei genitori di un bambino di appena 17 mesi che si sono categoricamente rifiutati di entrare e far sostare il piccolo all'interno della cosiddetta "Area grigia", tra soggetti sconosciuti di ogni età e di cui, naturalmente, non si poteva escludere la potenziale contagiosità al Covid, ottenendo, dopo forti proteste, che il piccolo venisse visitato da uno dei pediatri in servizio all'ospedale (il Pronto soccorso pediatrico è chiuso da quando è scoppiata l'emergenza). Un fatto che la dice lunga sulla situazione di difficoltà nella quale anche le persone ricoverate per varie patologie siano costrette ad aspettare l'esito del tampone a cui vengono sottoposte in stanze isolate e abbandonate per ore.