che compongono l'ATI, con la risoluzione del contratto di gestione prima ancora che intervenisse la magistratura ed il Prefetto con l'interdittiva antimafia e poi deliberando per la costituzione di una Azienda Speciale Consortile quale futuro gestore del servizio idrico integrato, è stato un esempio positivo sotto i riflettori a livello nazionale e regionale, ma il rallentamento degli ultimi mesi è inquietante. Così in una lettera aperta rivolta ai sindaci e ai consigli comunali della provincia di Agrigento, l’associazione Forum Siciliano per l’acqua e i beni comuni, denuncia il grave ritardo che si registra sulla ripubblicizzazione dell’acqua.
Sono solo 20 su 35 i Comuni che hanno approvato lo Statuto dell'Azienda speciale consortile, da sempre indicata dal Forum come modello digestione pubblica e partecipativa, e all'appello mancano la città capoluogo ed i centri più grandi. Le cronache di questi giorni raccontano di un'ATI e di comuni che capitolano, abdicando al loro ruolo per consegnandosi al commissariamento della Regione. Il pericolo di una nuova privatizzazione così facendo, affermano dal Forum, è dietro l'angolo. Non c'è più tempo, si riprenda da subito un percorso unitario verso la soluzione già condivisa.
Il Forum sollecita i consigli comunali di Sciacca, Agrigento, Camastra, Comitini, Casteltermini, Favara, Lampedusa e Linosa, Monteallegro, Porto Empedocle, Sant'Angelo Muxaro, Santa Elisabetta, SanGiovanni Gemini, San Biagio Platani e Ravanusa, i 15 comuni ancora inadempienti, ad approvare quanto prima lo statuto dell'Azienda speciale consortile ed a tutte le forze politiche, sindacali e associative e ai cittadini di vigilare e sollecitare i Consigli Comunali a non declinare una responsabilità che devono assumere trasversalmente. L'Acqua, concludono dal Forum, non ha colore politico, non puo’ essere ostaggio di ragionamenti opportunistici e di turni elettorali.