sono tante le criticità che il Ministero dell’istruzione deve ancora risolvere. La maggior parte delle 831 scuole presenti in Sicilia sono a corto di personale tra docenti e Ata, è corsa contro il tempo per adeguare i locali dei 4.000 plessi scolastici alle esigenze di sicurezza imposte dal covid, mentre sono solo poche centinaia i banchi monoposto arrivati”. Lo dichiara il segretario di settore di Cgil Sicilia, Adriano Rizza.
“Sebbene il Ministero continui a parlare di decine di migliaia di immissioni in ruolo – spiega – la realtà è che in questa prima fase mancheranno nelle nostre scuole moltissimi docenti. Cgil che evidenzia di avere chiesto un concorso straordinario per titoli destinato a docenti precari con almeno 36 mesi di servizio per garantire l’avvio del nuovo anno scolastico. Invece, sottolinea il segretario regionale della categoria, ci scontriamo con una situazione ben diversa e drammatica poiché i concorsi ordinari e straordinari ancora devono essere avviati. A tutto ciò si aggiunge il nuovo sistema di reclutamento dei precari, le cosiddette Graduatorie Provinciali per le Supplenze che registrerebbero migliaia di errori.
c’è poi la questione dei banchi monoposto – aggiunge il sindacato- che arriveranno forse a fine di ottobre. Dei 400.000 richiesti in Sicilia ne sono arrivati solo un centinaio. Come se non bastasse non è stato ancora completato il percorso di recupero dei locali scolastici. In molte scuole i lavori di edilizia leggera sono ancora in corso e il tanto auspicato sdoppiamento delle classi non è stato raggiunto in molti edifici scolastici che registrano la presenza di classi con circa 30 alunni.
“Preoccupante anche il tema dei trasporti – denuncia ancora la Cgil – che penalizzerà soprattutto gli studenti pendolari, i quali dovranno fare i conti con mezzi non sufficienti e con parametri di sicurezza allarmanti considerata la capienza consentita dell’80%”.
“Infine – conclude il segretario Adriano Rizza– il problema della misurazione a scuola della temperatura. Molti genitori temono che altri possano mandare i figli a scuola con febbre, mal di pancia e mal di gola, e quindi chiedono che il controllo venga fatto a scuola. Le linee guida nazionali sono chiare nel disporre che la temperatura vada misurata a casa, ma alcune regioni stanno optando per la rilevazione all’ingresso delle scuole. La Cgil ritiene che le scuole non siano in grado di garantire questo controllo perché non ci sono le risorse per consentire l’acquisto di questi strumenti e perchè il personale non è sufficiente in considerazione del fatto che gli istituti contano un numero elevato di studenti che va da un minimo di 600 a punte di oltre 1.500 e per espletare una procedura del genere occorrerebbero ore”.
Insomma, nonostante alcune scuole abbiano già iniziato ieri il nuovo anno scolastico, mentre la maggior parte ha deciso di posticipare al 24 settembre, dopo il referendum, la Cgil ritiene che siano ancora tante le criticità da risolvere.