“Il sistema sanitario regionale ha aumentato la propria capacità di screening e riscontro dei casi e per questo motivo – ha spiegato Razza – abbiamo ritenuto che sarebbe un errore non curare chi non ha il Covid. Non possiamo permetterci come sistema sanitario regionale e nazionale di bloccare le attività di ricovero: ci sono centinaia di pazienti non Covid che attendono e che devono ricevere cure per le loro patologie”. E spiegando le motivazioni alla base della scelta: “Abbiamo ritenuto di allargare la rete Covid su tutta la regione e di non penalizzare intere strutture ospedaliere. Lo abbiamo fatto perché c’è la necessità di continuare a curare i malati oncologici e quelli affetti da malattie cardiovascolari. Non possiamo permetterci un nuovo stop alle attività ambulatoriali. Si tratta di una scelta coerente perché le persone positive sono poco meno di duemila, mentre quelle con altre patologie sono molte di più e non possono permettersi di vedersi snobbate dal sistema sanitario regionale”. Non possiamo permetterci come sistema sanitario regionale – ha ribadito l’assessore alla Salute – di bloccare le attività di ricovero”. Tutto questo, però, a condizione “di mantenere regole ferree” nelle strutture sanitarie: “Continuerà l’obbligo del tampone prima delle prestazioni sanitarie e continueranno gli screening nei pronto soccorso, così come il monitoraggio del personale per evitare il sorgere di focolai nei nosocomi”. E intanto, sono in arrivo due milioni di tamponi rapidi per lo screening. “Un primo milione arriverà già giovedì – ha spiegato Razza -. Ci daranno la possibilità di mettere in atto un’azione di screening con una strumentazione testata dall’Istituto superiore di sanità e che in Italia è già stata provata negli aeroporti”. I tamponi saranno stoccati nei depositi della protezione civile di Palermo ed Enna “e saranno distribuiti alle aziende sanitarie – ancora Razza – in base ai fabbisogni della popolazione. Abbiamo fatto questa scelta pensando soprattutto alle scuole, perché un genitore non può attendere 24 ore per sapere se il proprio figlio è positivo”, ha concluso l'assessore regionale alla sanità.