un agente della Polizia municipale che svolgeva quotidianamente il proprio difficile servizio con grande senso del dovere e in modo esemplare”. Sono queste le parole di oggi di Francesca Valenti, che ricorda Giovanni Fazio, ucciso da mano tuttora ignota il 21 settembre del 1997 mentre si accingeva a concludere il suo turno di servizio di vigile urbano nel comune di Palma di Montechiaro. Il capo dell'amministrazione comunale di Sciacca ricorda Giovanni affinché il suo sacrificio non venga dimenticato, "e anche - aggiunge - per tornare a sollecitare chiarezza e giustizia, per esprimere la nostra vicinanza umana e istituzionale ai familiari e a quanti gli hanno voluto bene che abbracciamo con grande affetto”. La morte di Giovanni Fazio è una delle pagine più buie della storia siciliana, un assassinio tanto più odioso quanto assurdo, essendo ancora ad oggi rimasto senza colpevoli. Giovanni è morto ad appena 36 anni, lasciò la moglie Antonella e un figlio, Michele, che all'epoca aveva solo 5 anni. Giovanni Fazio fu eliminato perché onesto: a dirlo fu il pentito di mafia Maurizio Di Gati nel 2010. Non c'era bisogno di questa rivelazione, tutti sapevamo perfettamente che Giovanni era un uomo perbene, probo e lavoratore integerrimo. Quello che avremmo voluto sapere è l'identità di chi gli sparò al torace uccidendolo. Ecco cosa la società avrebbe voluto sapere. Risale a tre anni fa, in occasione del ventennale dalla morte, il comune di Sciacca e il comando della Polizia municipale, intestato proprio alla sua memoria, promossero una cerimonia solenne. Il ricordo di quella tragedia è doveroso per la comunità, perché se all'ingiustizia della scomparsa di Giovanni non si associ quella dell'oblio.