dell’Autorizzazione Integrata Ambientale relativa al progetto della My Ethanol in contrada Piana Scunchipani. Lo denuncia oggi il cartello di cui fanno parte le organizzazioni agricole, il comitato spontaneo degli agricoltori, comitati di quartiere e varie associazioni. Svanisce ogni residua speranza di fare chiarezza sulla vera natura dell’impianto, sul suo impatto inquinante, sulla correttezza o meno dei procedimenti amministrativi espletati e sulle conseguenze che lo stesso potrà comporterà al territorio e alle produzioni agroalimentari, dichiarano comitati, associazioni e organizzazioni agricole che evidenziano come tutto ciò sia legato alla mancata adesione alla proposta di annullamento da parte del Libero Consorzio di Agrigento. Non si è riusciti neanche ad entrare nel merito delle criticità evidenziate ed esplode la proposta, oltre al rammarico, di quanti da tempo portano avanti quella che è stata definita una “battaglia di chiarezza” sull’impianto di biomasse nella contrada Scunchipani. Organizzazioni agricole, comitati e associazioni attaccano oggi il sindaco di Sciacca Francesca Valenti.
Dopo roboanti dichiarazioni e proclami contro l’impianto, scrivono, a nostro avviso poco o nulla ha fatto. Solo parole, mai seguite da fatti o atti concreti e rilevanti per l’accertamento della verità. Infatti, aggiungono, ancora oggi si attende il parere legale sulle procedure della AUA e della PAS e ancora il supplemento di perizia tecnica sulla natura e sull’impatto inquinante dell’impianto, più volte pubblicamente annunciati, ma mai pervenuti.
Insomma, ritengono che l’azione del sindaco di Sciacca si sia contraddistinta per inconcludenza e superficialità, nonostante si tratti di una problematica che potrebbe compromettere l’esistenza di molte aziende agricole e lo sviluppo delle potenzialità della città.
Le preoccupazioni da noi espresse, aggiungono, hanno trovato fondamento nella perizia della professoressa Patrizia Livreri la quale ha messo nero su bianco che “l’impianto ha un forte impatto ambientale negativo” e che lo stesso “comprometterà seriamente la produzione agroalimentare del territorio”.
Dopo avere dato incarico all’esperta, aggiungono organizzazioni agricole, comitati e associazioni, è singolare che l’amministrazione comunale non abbia poi dato seguito a quello che è stato da lei accertato e c’è da chiedersi, sostengono ancora, a cosa è servito l’incarico e il relativo esborso di circa 15 mila euro per le casse comunali. Un attacco senza precedenti quello sferrato oggi da organizzazioni, comitati e associazioni che arrivano anche a dichiarare come, con il senno di poi e alla luce dei fatti, probabilmente sarebbe stato meglio l’approvazione della mozione di sfiducia, così da far trattare l’intera problematica ad un commissario.
Un clamoroso dietrofront dopo che, nelle settimane calde del dibattito politico, erano state proprio queste associazioni ad esprimere l’inopportunità di una sfiducia al sindaco Valenti. A questo punto, sostengono, non rimane che sperare che quanto temuto per alcuni aspetti, forse poco chiari, non corrisponda al vero e che l’impianto della My Ethanol non pregiudichi lo sviluppo delle potenzialità del territorio.
Diversamente, concludono, ciascuno dovrà assumersi le proprie responsabilità