La giunta regionale ha infatti approvato lo statuto e il regolamento dei consorzi di bonifica della Sicilia occidentale e della Sicilia orientale”. “ Dopo il via libera da parte della Commissione Attività Produttive dell’Ars e l’approvazione della proposta in giunta, l’iter si concluderà con il decreto finale del Presidente della Regione che renderà finalmente operativa la legge di riordino dei consorzi di bonifica che prevede l’accorpamento dei consorzi da 11 a 2.
Per l'assessore regionale Antonello Cracolici si avvia a conclusione il complesso iter sulla riorganizzazione dei consorzi di bonifica in Sicilia . La nuova organizzazione punta a mantenere tutti i livelli occupazionali, alla riduzione dei costi di gestione e ad una maggiore efficienza del servizio attraverso standard uniformi in tutto il territorio regionale. L’obiettivo finale sarà quello di un ritorno alla gestione democratica delle acque attraverso l’elezione diretta del Presidente e dei consigli di amministrazione dei consorzi – continua Cracolici.
Alla costituzione ufficiale dei nuovi consorzi seguirà un periodo di gestione transitoria affidato al Commissario straordinario che dovrà nominare i direttori generali entro 30 giorni, ed entro 60 dovrà effettuare una ricognizione della situazione patrimoniale, economica e finanziaria.
Effettuata la ricognizione il Commissario straordinario, avvalendosi della struttura amministrativa del Consorzio, dovrà predisporre un piano di riorganizzazione funzionale e finanziario. Laddove la massa passiva risulti di entità tali da non poter essere estinta con il solo gettito della contribuenza consortile o da altre entrate, il Commissario dovrà trasmettere all’Assessore regionale all’ Agricoltura, una dettagliata relazione sugli esiti delle verifiche e degli accertamenti operati e sull’ipotesi di piano formulato. A quel punto l’Assessore al ramo dovrà sottoporre alla Giunta regionale un programma di intervento finanziario e normativo per il relativo ripianamento.
Questo, dunque, l'iter che porterà ad una sostanziale riduzione delle strutture che si occupano di servizi a sostegno dell'agricoltura, ma non tutte le organizzazioni di categoria condividono la nuova organizzazione.