dalla leucemia grazie alle cellule staminali provenienti dalla Banca del cordone ombelicale dell’ospedale di Sciacca.
La sacca, donata da una mamma siciliana, raccolta e crioconservata al Giovanni Paolo II, è stata immediatamente resa disponibile dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento e grazie alla stretta collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti, il Centro Nazionale Sangue ed il Registro Nazionale IBMDR dell’Ospedale Galliera di Genova, sarà recapitata in Ungheria per procedere al trapianto delle cellule staminali.
“Suscita forte emozione – ha dichiarato il commissario straordinario dell’ASP di Agrigento, Mario Zappia – pensare che l’altruismo dei siciliani, insieme all’efficienza della Banca del cordone ombelicale di Sciacca, possa rappresentare motivo di speranza per il piccolo paziente ungherese e per i suoi familiari. Quello custodito al ‘Giovanni Paolo II’ è un vero e proprio “scrigno ematico”, ha aggiunto il manager Zappia, che conserva le cellule staminali contenute nel sangue cordonale raccolto al momento del parto e che l’Azienda mette a disposizione della comunità medica internazionale”.
Le unità donate rispondono a precisi requisiti di qualità e sicurezza e vengono rese visibili nel registro nazionale “Italian Bone Marrow Donor Registry” (IBMDR) attraverso il quale le strutture sanitarie di tutto il mondo possono rintracciare e verificare la compatibilità con i propri pazienti e farne richiesta. La “banca” saccense del presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II”, diretta dal dottor Pasquale Gallerano, così come tutte banche cordonali in Italia, custodisce le staminali già commissionate verso il sistema ematopoietico e destinate alla rigenerazione dei globuli bianchi, rossi e delle piastrine.
La Banca cordonale di Sciacca oltre a raccogliere e custodire le donazioni solidaristiche del sangue cordonale, conserva anche le unità per uso dedicato, cioè quelle da destinare ad un membro della famiglia affetto da una patologia curabile con il trapianto di cellule staminali emopoietiche, oppure da utilizzare nel caso in cui, nell’ambito della stessa famiglia, vi sia un elevato rischio di malattie genetiche che potrebbero riguardare futuri figli.
La struttura di Sciacca è dotata di un’area di stoccaggio con sei locali criobiologici per più di 500 metri quadrati di spazi freddi. Le sale ospitano contenitori criogenici di ultima generazione configurabili sia al funzionamento con azoto liquido sia con i vapori di azoto. Queste aree dispongono di sistemi di sicurezza funzionali al mantenimento dell’integrità a lungo termine delle cellule staminali.