per il completamento e la rifunzionalizzazione della casa albergo per anziani di contrada Perriera. E' questo il triste epilogo di una vicenda che si trascina da troppo tempo, fatta di ritardi e procedure burocratiche rimaste bloccate per anni e che oggi ne determinano addirittura la restituzione alla regione dei soldi a suo tempo stanziati ed utilizzati per completare la struttura, da decenni nel novero delle incompiute storiche della città e per la quale sembrava essersi finalmente aperto uno spiraglio.
A comunicare oggi che dovranno tornare indietro i tre milioni e mezzo di euro stanziati per l'immobile di contrada Perriera sono i consiglieri comunali di centrodestra per i quali la vicenda rappresenta l’ennesima nota di fallimento dell'amministrazione comunale in carica con un danno che questa volta, però, potrebbe essere irreversibile. I fondi in questione sono quelli che furono intercettati nel 2011, utilizzati per completare la struttura. Lavori ultimati nel lontano 2016 e, nonostante l'affidamento formale della casa albergo nel 2017 alla cooperativa Arcobaleno, (l'unica a partecipare al secondo bando per la concessione a privati dopo che il primo era andato deserto), la casa albergo in questi tre anni è rimasta inspiegabilmente chiusa e il procedimento bloccato. Un evento catastrofico, per i consiglieri Carmela Santangelo, Giuseppe Milioti, Salvatore Monte, Pasquale Bentivegna, Silvio Caracappa, Calogero Bono, Gaetano Cognata , Cinzia Deliberto e Lorenzo Maglienti.
Il decreto di revoca del finanziamento che obbliga il Comune a restituire i tre milioni e mezzi di euro è dell'assessorato regionale alla Famiglia e risale al 30 settembre scorso, pubblicato sul sito istituzione del medesimo assessorato. Insomma, una cifra enorme che dovrà essere restituita e un fallimento per un’intera comunità che scrive, così, una pagina buia di una incompiuta storica che stava per vedere la luce. Ricordano, i consiglieri di centrodestra, come le amministrazioni guidate da Vito Bono e Fabrizio Di Paola poi avessero lavorato incessantemente per accelerare i diversi processi utili all’utilizzo e, dunque, all’affidamento della struttura. Non averla fatta funzionare per tempo per come era opportuno fare, ha prodotto questo risultato. I preavvisi di revoca ed i tentativi maldestri di salvare il salvabile non hanno prodotto l’effetto sperato. La revoca di tre milioni e mezzo di euro è un dato allarmante che, per il centrodestra, merita una seria riflessione politica sulle sorti della città che subisce ancora una volta un duro colpo per la scarsa attenzione di chi oggi governa l’amministrazione locale. L'opposizione di centrodestra invita il sindaco Francesca Valenti a relazionare con la massima urgenza in consiglio comunale e a dire chiaramente cosa si vuol fare, immediatamente, per provare a porre urgente rimedio e quali potrebbero essere le conseguenze. Ogni giorno che passa è una continua emorragia per le casse comunali del Comune di Sciacca a causa delle continue inefficienze da parte dell'amministrazione, conclude l'opposizione.
Da palazzo di città intanto si apprende che Francesca Valenti starebbe lavorando per impedire la revoca del finanziamento, ritenendo anche che ci siano elementi utili per scongiurare tale rischio. Il sindaco comunque ha già fatto notare come il termine indicato dalla Regione per la funzionalità e la fruizione dell'immobile era quello del 31 gennaio 2017, data questa che rientra nel periodo in cui a governare era ancora la precedente amministrazione comunale.