dopo l’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Sul piede di guerra l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani che parla di inconcepibile “scaricabarile” in relazione alla disposizione che demanda ai sindaci la chiusura, dopo le ore 21, di strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento. La novità delle ultime ore è che nel testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale è stato tolto ogni riferimento esplicito ai sindaci. Il problema è che adesso non si capisce di chi sia la responsabilità dell’eventuale coprifuoco dopo le ore 21.
“Non ci penso proprio a chiudere vie o piazze”, ha dichiarato questa mattina al nostro telegiornale il sindaco di Sciacca Francesca Valenti che, perfettamente in linea con la posizione assunta dal presidente dell’Anci, il sindaco di Bari Antonio Decaro, evidenzia come il problema non sia la volontà di assumersi la responsabilità di tale provvedimento, piuttosto il fatto che nulla è stato detto o è stato previsto per potere eventualmente applicare la disposizione. Dovrei chiudere tutto, ma poi chi dovrebbe effettuare i necessari controlli? aggiunge Francesca Valenti, facendo notare come ogni provvedimento calato dall’alto non sia accompagnato dalle necessarie risorse: umane ed economiche. Insomma, un Dpcm che sta destando contestazioni a mai finire. Il sindaco di Sciacca, ad esempio, non condivide neanche la linea adottata nei confronti dello sport. Si tutelano solo i professionisti, dice, vietando invece le gare dilettantistiche a livello provinciale, mentre sulle palestre c’è un ultimatum ad adeguarsi, pena la chiusura tra una settimana. Nulla, invece, è stato fatto, conclude il sindaco di Sciacca, sulla questione trasporti che da noi riguarda i pendolari, ma anche una capienza all’80% dei mezzi cittadini che non è accettabile.
Non solo la chiusura di vie o piazze e lo sport. A destare discussioni è anche l’incremento della didattica a distanza, lasciato alla prerogativa delle singole istituzioni scolastiche di secondo grado, così come l’eventuale ricorso ai turni pomeridiani e all’ingresso scaglionato, in ogni caso non prima delle 9.
Regna la confusione poi per le nuove norme relative alle attività di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) che sono consentite dalle ore 5 e fino alla mezzanotte con consumo al tavolo, con un massimo di sei persone per tavolo, e fino alle ore 18.00 in assenza di consumo al tavolo. Le organizzazioni di categoria hanno già posto diversi quesiti, in relazione soprattutto alla chiusura alle ore 18 per quelle attività che non dispongono di tavoli e che sarebbero fortemente penalizzate.
Le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo sono consentite dalle ore 8 alle ore 21. Per quanto riguarda le altre novità contenute nel Dpcm entrato in vigore oggi, sono vietate sagre e fiere, sospesi congressi e convegni, mentre nelle pubbliche amministrazioni le riunioni si dovranno svolgere in modalità a distanza.