dell'assistenza sanitaria negli ospedali agrigentini tutti al loro posto. Operazione complicata, ed è lui il primo ad ammetterlo. Nella fase di emergenza Covid, che si è aggravata nelle ultime settimane, le priorità sono talmente tante che è diventato difficilissimo ordinarle. E allora, se è vero che alla fine (dopo che se ne parlava da mesi) sta toccando al neo commissario straordinario trasformare il “Fratelli Parlapino” in Covid Hospital, è nuovamente l'ospedale di Sciacca quello che si ritrova più esposto nei confronti della seconda ondata del Coronavirus. E lo sta facendo in una fase in cui il “reparto Covid” ha dovuto occupare tutti gli 8 posti letto disponibili. Vicenda precipitata domenica scorsa, con l'ormai tristemente celebre sballottamento degli anziani della casa di riposo di Sambuca da un ospedale all'altro.
E mentre preoccupa per le avvisaglie di aggravamento dell'emergenza la vicenda dei due positivi al Covid costretti ad aspettare in ambulanza che all'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta si liberassero dei posti letto (i parenti si sono rivolti alle forze dell'ordine), il sindaco di Sciacca (che nelle scorse ore ha fatto un sopralluogo all'ospedale) definisce grave la situazione del “Giovanni Paolo II”. Sul caso Ribera, pur considerando gravissimo che non sia stato fatto niente per renderlo attrezzato per i pazienti Covid, la Valenti rivela che anche se il Fratelli Parlapiano sarà pronto non sarà stato risolto il problema. L'area di emergenza del "Giovanni Paolo II" è sotto pressione. E in tutto questo, l'analisi dei tamponi continua ad andare a rilento, anche perché pur con un'ala dell'ospedale piena di pazienti affetti da Coronavirus, a Sciacca non c'è ancora lo strumento necessario. Si dispone solo dell'antigenico, che però pur fornendo un dato significativo non è comunque attendibile al 100%. Uno strumento per analizzare i tamponi si trova al San Giovanni di Dio, mentre a Sciacca la speranza a questo punto è che al più presto sia disponibile quello acquistato dall'associazione di volontariato “Orazio Capurro”, anche se il manager Zappia, tra le tante incombenze, sta cercando di risolvere anche questo problema.