se e quando potrà essere dibattuta in aula, in considerazione del fatto che la bocciatura del consuntivo 2019, avvenuta martedì sera in aula avrebbe avviato le procedure di scioglimento del Consiglio Comunale di Sciacca. I consiglieri firmatari della sfiducia, quelli del centrodestra assieme a Deliberto e Mandracchia, nella PEC con la quale hanno inoltrato il documento alla Presidenza del Consiglio Comunale, hanno allegato la richiesta di convocazione della seduta.
Richiesta, hanno scritto, che fuori da ogni polemica viene avanzata per dare voce ai consiglieri comunali. Chiedono, intanto, una celere convocazione della conferenza dei capigruppo al fine di calendarizzare la prossima seduta del consiglio comunale. La mozione è stata presentata il 29 ottobre. Per regolamento, quello che disciplina l’organizzazione e il funzionamento dei lavori consiliari, la seduta può essere convocata nel lasso di tempo che intercorre da 10 a massimo 30 giorni successivi alla presentazione della mozione di sfiducia. Quindi, dal 9 novembre in poi, non prima. Ma come intende agire il Presidente del Consiglio Comunale Pasquale Montalbano? I consiglieri firmatari della mozione auspicano, ancora una volta, che dimostri di essere super partes, convocando il Consiglio Comunale così da consentire la trattazione della sfiducia nei confronti del sindaco Valenti. Sia data la possibilità a tutti i consiglieri comunali, ancora in carica e nel pieno delle rispettive funzioni, di valutare positivamente o negativamente l’importante atto depositato in Presidenza, hanno scritto nella nota con la quale hanno formalizzato la richiesta. Presidente del Consiglio che però, ad una nostra sollecitazione in merito, si è limitato a dichiarare che “intende attenersi alla normativa vigente”. Null’altro.
Il silenzio sugli ultimi avvenimenti politici in città non contraddistingue, del resto, solo la posizione del presidente Montalbano, ma anche quella di tanti altri consiglieri. Tutto tace oggi in una sorta di partita a scacchi o gioco di strategie che dipende però anche e soprattutto dalla Regione, a partire dall’assessorato agli enti locali. Secondo quanto prevede la pur discutibile e già da tempo contestata norma regionale del 2013, che nella realtà poi è una circolare, la bocciatura del consuntivo determina lo scioglimento del Consiglio Comunale, solo del Consiglio che viene sostituito con un commissario, mentre l’amministrazione rimane in carica. Ora, difficilmente visti i precedenti ( a partire da Siracusa) il decreto arriverà in tempi brevissimi e la questione, a meno di sorprese in tal senso, è se il Consiglio Comunale può continuare a riunirsi e deliberare. Evidentemente sì, per il centrodestra e per i consiglieri Mandracchia e Deliberto che hanno depositato la mozione di sfiducia, ma anche la tempistica ha la sua rilevanza in questa vicenda che, comunque finirà, pare destinata a essere segnata da interpretazioni di legge, ricorsi e controricorsi.