È in corso un negoziato tra il governo della Regione, che vorrebbe misure meno rigide, e quello nazionale, che invece sembra pronto a riconoscerci come zona arancione. È con particolare apprensione, dunque, che in queste ore si cerca di capire quale potrà essere la classificazione del territorio siciliano nell'ambito delle nuove misure restrittive previste dall'ennesimo DPCM. La disputa sui quattro colori dell'emergenza sembra propendere, in base alle indiscrezioni, verso il codice arancione, ovverosia il cosiddetto “scenario 3”, meno stringente del “rosso” ma più del giallo e, naturalmente, del verde.
La nostra regione, dunque, non dovrebbe rientrare tra quelle con la cosiddetta “massima gravità”, riferita alle regioni dove il Covid è sostanzialmente fuori controllo (tipo Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta e Calabria), ma ad “elevata gravità”. Nessuno più degli italiani è abile a giocare con le parole.
A decidere sarà il governo nazionale, pur nell'ambito di un'intesa con il governatore Musumeci.
La soglia d'allerta dell'indice di trasmissibilità al momento in Sicilia è di pochissimo al di sotto della massima allerta. Con un codice “giallo” sarebbero in vigore il coprifuoco alle 22, la chiusura dei centri centri commerciali nel weekend, lo stop a musei e mostre, la riduzione al 50% della capienza sui mezzi pubblici locali, la didattica a distanza al 100% solo per gli studenti delle superiori, la chiusura dei corner di giochi e scommesse. Se invece la Sicilia dovesse essere classificata - così come al momento sembra più probabile - come zona arancione, scatterebbe un’ulteriore stretta. Con queste misure: vietato ogni spostamento, in entrata e in uscita, dalla regione (salvo che per comprovate esigenze di lavoro, salute e urgenza), consentiti gli spostamenti strettamente necessari, niente spostamenti dal comune di residenza o domicilio in un altro comune salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili nel proprio comune. E ancora: sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), escluse mense e catering, consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio. Rispetto alle zone rosse, alla Sicilia sarebbero risparmiate, fra le altre misure, l’obbligo di circolazione all’interno del proprio comune, la sospensione di tutte le attività sportive. Qualsiasi provvedimento, comunque, sarà valutato con cadenza settimanale, ma avrà la durata minima di 15 giorni: se, per intenderci, domani la Sicilia dovesse entrare in zona arancione ci resterebbe almeno fino al 19 novembre.