per adeguare gli ospedali e dotarli di un numero di posti letto che sia compatibile con la velocità con la quale il Covid si sta propagando. Sullo sfondo c'è sicuramente la dichiarazione di "zona rossa" per la nostra isola, soprattutto se si pensa che ci siamo lasciati dietro le spalle mesi fatti essenzialmente di chiacchiere e annunci piuttosto che di fatti concreti. È questo lo scenario che fa da sfondo a quella che a più di qualcuno appare la clamorosa decisione adottata dal governo Conte. E dunque, nella necessità di "correre", ieri l'assessore Ruggero Razza (che come Musumeci contesta la decisione dell'esecutivo nazionale) ha annunciato alla commissione Salute dell'ARS, quella presieduta da Margherita La Rocca Ruvolo, l'attivazione di 3.600 nuovi posti letto negli ospedali siciliani, tra i quali 416 saranno le terapie intensive. In provincia di Agrigento questo significherà la conferma dei 6 posti letto di Terapia intensiva più ulteriori 30 posti letto tra Malattie infettive e degenza ordinaria (per pazienti affetti da Coronavirus) all'ospedale "Giovanni Paolo II" di Sciacca. C'è poi la dotazione prevista per l'ospedale di Ribera: 10 posti di Terapia intensiva e 20 di Degenza ordinaria e ricoveri a bassa complessità entro il 15 novembre, che entro la fine del mese dovranno diventare 50. E ancora, a regime, al "San Giovanni di Dio" di Agrigento dovranno nascere 14 terapie intensive e 80 posti di degenza ordinaria. Altri 88 posti sorgeranno in residenze sanitarie assistite ed altre strutture. Una di queste sarà la ex Ipab "Rizzuti Sacro Cuore" di Caltabellotta, ex casa di riposo chiusa ormai da anni. La destinazione di pazienti anche qui potrebbe permettere a 9 persone di potere tornare a lavorare. Nel frattempo si è svolto ieri un sopralluogo del manager Zappia, dell'onorevole La Rocca Ruvolo, del direttore sanitario di presidio Salvatore Cascio e, per la Fondazione Maugeri, Giuseppe La Ganga Senzio e Domenico De Cicco, all'ospedale di Ribera per verificare lo stato dell’arte dei lavori necessari a fare del “Fratelli Parlapiano” il Covid-Hospital di riferimento per il territorio provinciale. Un Covid Hospital che doveva essere pronto da un bel po' di tempo, cosa che adesso costringe chi è arrivato di fatto ieri ed accelerare l’iter tecnico-amministrativo che porterà, a breve, all’attivazione di sessanta posti letto destinati a fronteggiare l’emergenza epidemiologica (dieci posti di terapia intensiva, dieci di sub-intensiva e quaranta di degenza ordinaria) ampliando la ricettività dei nosocomi agrigentini. Proprio le ipotesi di mantenimento dell’Unità di riabilitazione neuromotoria della Maugeri all’interno dell’ospedale crispino sono state passate al vaglio nel corso della mattinata di lavori assieme alla definizione dell’attivazione del reparto di malattie infettive nella struttura. Tutte le valutazioni e le decisioni prese saranno adesso poste al vaglio della Conferenza dei Sindaci per le determinazioni consequenziali necessarie a concludere le azioni di potenziamento dell’ospedale “Fratelli Parlapiano”.