per quello che è ancora l'eventuale smistamento futuro su tutto il territorio regionale dei vaccini anti-Covid della casa farmaceutica Pfizer americana (consorziata con la tedesca Biontech), se e non appena questi saranno definitivamente disponibili. Sembra questa più che un'ipotesi di lavoro. Il direttore della banca, l'ematologo Pasquale Gallerano, al nostro Telegiornale riferisce che al momento non ha ancora ricevuto disposizioni, e di avere appreso di questa possibilità soltanto dai giornali, di essere naturalmente pronto ad adoperarsi per la bisogna nel caso in cui questo sarà necessario. Sullo sfondo c'è la necessità di garantire una conservazione dei vaccini Pfizer ad una temperatura specifica, nel caso in specie a -80 gradi centigradi. Solo così il farmaco manterrà la sua efficacia. Come è noto le sacche di sangue cordonale sono conservate in azoto liquido all'interno di dispositivi che garantiscono uno stoccaggio compreso tra -150 e -195 gradi. Appare evidente, dunque, come l'assessorato regionale alla Salute stia valutando tutte le soluzioni possibili nell'ambito della gestione dell'emergenza. Disporre di contenitori adatti, come quelli che all'interno dell'ospedale "Giovanni Paolo II" custodiscono i cordoni ombelicali, con una capacità di conservazione alle temperature richieste dai protocolli, può essere un'opportunità significativa. In ogni caso, la Pfizer ha studiato un modello di distribuzione dei vaccini all'interno di contenitori isotermici che garantiscono una durata del principio attivo del farmaco per almeno 15 giorni, che dovrebbero dare il tempo di effettuare una vaccinazione di massa in tempi brevi. L'ipotesi di fare ricorso alla Banca del cordone, tuttavia, sembra inquadrarsi nella necessità di dovere stoccare un quantitativo più ampio di singole dosi di vaccino, anche se probabilmente non sarà sufficiente solo questa. Non avrebbe necessità di conservazione a temperature così basse invece l'altro vaccino di cui in questi giorni parlano i giornali, prodotto dalla Moderna. Ma viste le dimensioni dell'emergenza Covid in tutto il mondo, occorreranno tantissime dosi, e gli stati probabilmente avranno bisogno di acquistarle da entrambe le case farmaceutiche, che ogni giorno peraltro innalzano la soglia percentuale di efficacia clinica, che ormai si è attestata intorno al 95%.