e polemiche politiche che investono in pieno l’assessore regionale Razza, oggi in audizione in commissione salute all’Ars. C’è anche tutto questo nel pieno della seconda ondata di contagi in Sicilia con l’attenzione che in questi ultimi giorni è tutta incentrata sugli ospedali e sulla relazione che gli ispettori faranno al termine dei sopralluoghi iniziati ieri e che proseguono anche oggi. Fare in fretta e avere la massima disponibilità possibile di posti letto Covid è stata, del resto, la chiara indicazione arrivata nelle ultime settimane, da quando l’Italia è stata suddivisa in zone, a seconda del rischio legato a una serie di indicatori e fondamentalmente alla capacità delle Regioni di fronteggiare l’esigenza di assistenza sanitaria negli ospedali, soprattutto nelle terapie intensive. Non è un caso, probabilmente, se proprio in queste ore viene fuori un report dall’assessorato regionale alla salute, pubblicato dal Giornale di Sicilia, nel quale si evidenzia, peraltro, che molti ospedali siciliani superano il tempo medio di degenza dei pazienti affetti da Coronavirus che è di 13 giorni. In questa specifica classifica spiacca il Sant’Elia di Caltanissetta, con una permanenza media dei pazienti di 25 giorni, ma sono tanti gli ospedali siciliani che superano la media e tra questi anche il Giovanni Paolo II di Sciacca , con 17 giorni di degenza. Insomma, posti letto che verrebbero occupati oltre il dovuto o oltre il previsto e l’assessorato regionale si appresta ad emanare nuove indicazioni per il rispetto, invece, dei tempi medi di degenza. Intanto la Cgil invoca oggi una operazione verità in relazione a tutte le criticità che sono emerse anche in questa seconda ondata della pandemia. La bufera, innescata dal caso La Rocca, per la Cgil è la certificazione, a prescindere dal merito delle dichiarazioni, di come la programmazione sia sempre “merce rara” in Sicilia, fatto ancor più grave viste le risorse che erano disponibili. Cgil che, a tal proposito, evidenzia come sia frutto della mancata programmazione, la decisione di creare ospedali misti nonostante l’esperienza della prima ondata, così come la chiusura di molti reparti per attivare posti letto Covid. Siamo di fronte a tutto quello che doveva e non è stato invece fatto (dagli ospedali Covid, all’incremento di personale, dal tracciamento al potenziamento della medicina nel territorio, conclude la Cgil regionale che adesso chiede che venga resa nota ai siciliani la situazione accertata dagli ispettori.