E’ questa, in sintesi, la riflessione che arriva oggi dalla Cgil di Sciacca e, al tempo stesso, l’invito all’amministrazione comunale a non abbandonare o, a non rinunciare a mettere in campo una strategia economica o una visione per recuperare il principale fattore di crescita della nostra economia che è il turismo, coinvolgendo tutta la classe politica, dirigente e le categorie sociali del territorio intero.
Che il centro storico di Sciacca non sia “l’ombelico del mondo”, come ebbe a dire l’assessore Leonte durante una situazione di contrapposizione con il comitato “Spazio centro”, è certamente vero, dichiara il segretario cittadino Franco Zammuto, ma è altrettanto vero che è l’ombelico della città di Sciacca. Per la Cgil il fatto che l’espansione urbanistica di Sciacca abbia spostato il centro commerciale nelle periferie non significa che il centro storico debba perdere dinamismo, vivacità e grandi prospettive. Zammuto oggi invita a riflettere sulle conseguenze di quella che è stata la politica a partire dagli anni 80 e che ha progressivamente svuotato il “salotto di Sciacca” nonostante l’impegno di molti commercianti che pure si sono impegnati e si impegnato a mantenerlo vivo. Per la Cgil è necessario invertire la rotta e capire che il futuro turistico e l’economia della città non possono essere legati solo alle grandi strutture ricettive, come quelle di “Sciacca Mare”, o del “Verdura Resort” , ma debbono necessariamente passare dalla riapertura e rilancio delle Terme e da una rivitalizzazione del centro storico.
In tale ottica, la Camera del Lavoro di Sciacca evidenzia l’opportunità di puntare al recupero del Convento San Domenico, bene la cui proprietà in capo a diversi enti, ha di fatto sancito la condizione di degrado e abbandono in cui versa, ma anche di riprendere con decisione la problematica della costruzione del nuovo carcere in contrada S. Maria, da tempo fra gli obiettivi del Ministero della Giustizia, per liberare e restituire alla collettività, questo altro gioiello archittetonico.
Tutto ciò potrebbe sembrare inopportuno in questo momento di grave emergenza legata al Covid, ma la Cgil ritiene che non si debba abbandonare la programmazione di grandi progetti per un rilancio futuro, quando questa emergenza sanitaria si sarà finalmente conclusa e si imporrà un rilancio economico e sociale.