San Leone, ad Agrigento, a pochi metri dalla foce del fiume Akragas. I sub del Gruppo Operativo Subacqueo hanno recuperato e riportato alla luce un cannone, la cui datazione è stata fissata al sedicesimo secolo. Si tratta di un manufatto in bronzo che era stato individuato, qualche giorno fa, da un sub agrigentino, Luca Lopez, che ha subito allertato gli enti competenti e la Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento. Il cannone si trovava a non più di 7 – 8 metri di profondità. Sul posto si è portata anche la Soprintendente del Mare Valeria Li Vigni, moglie del compianto Sebastiano Tusa, scomparso a seguito di un tragico incidente aereo in Africa. Le carettristiche dell’esemplare di artiglieria e la zona di rinvenimento, a quanto pare, ricondurrebbero, probabilmente, al relitto ancora inesplorato che proprio Sebastiano Tusa aveva scoperto nei fondali di Maddalusa. Dopo i rilievi effettuati dai sommozzatori inviati dalla Regione Siciliana, ieri si è deciso di riportare il cannone sulla terraferma.
Dopo un lavoro di restauro, sarà probabilmente esposto all’interno del museo del mare del parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento. “E’ una gioia particolare – dice il soprintendente Li Vigni – perché seguiamo il solco che è stato segnato, con grande entusiasmo, amore e competenza, da Sebastiano Tusa. Le ricerche continueranno – concludel’archeologa – perché abbiamo individuato altri segni importanti”. Il reperto, di probabile fattura genovese, potrebbe essere il gemello di un altro cannone, trovato a San Leone nel 2006 e già restaurato, che si trova oggi esposto a Casa Sanfilippo, sede del Parco Archeologico. Si tratta di un sito ritenuto sin dall’antichità luogo di importanti rotte mercantili e non è escluso che possa essere, in futuro, foriero di altri ritrovamenti. Nelle parole del sub Luca Lopez tutta l'emozione per l'avvenuta scoperta.