ma al momento non è nelle disponibilità neanche dei medici di base. Siamo a fine novembre, periodo in cui la campagna di vaccinazione avrebbe dovuto essere già effettuata in larga parte e, invece, soltanto una parte della popolazione è riuscita a vaccinarsi. Eppure questo era l’anno in cui il vaccino antinfluenzale doveva essere effettuato non solo alle cosiddette categorie a rischio, ma allargato alla popolazione proprio in considerazione dell’emergenza epidemiologica relativa alla diffusione del Coronavirus.
Da giorni ormai si parla esclusivamente del vaccino anti covid, ma non si riesce ad assicurare il vaccino antinfluenzale neanche ai soggetti fragili. Succede ovunque e anche a Sciacca con i medici di base che sono ovviamente sollecitati giornalmente dai propri assistiti, ma nell’impossibilità di garantire loro il vaccino. Dopo una prima tranche, attendono ormai da settimane le nuove dosi. Un ritardo incomprensibile se si tiene conto del fatto che, proprio per l’emergenza Covid, tutte le Regioni, anche la Sicilia avevano fatto incetta di dosi sul mercato, tanto da determinare l’impossibilità la mancata fornitura alle farmacie.
Una campagna di vaccinazione antinfluenzale a tappeto quella annunciata dalla Regione Siciliana già a fine estate, ma siamo a novembre e mancano i vaccini. C’è da chiedersi dove siano finiti tali approvvigionamenti. Se lo chiedono, per primi, i medici che ovviamente fanno riferimento all’Asp di Agrigento. A sua volta pare che l’Azienda Sanitaria Provinciale, che pure aveva previsto una buona dose di vaccini, abbia visto decurtare drasticamente dalle aziende farmaceutiche le quote concordate. Insomma sono tutti in attesa del vaccino antifluenzale, eppure si parla solo di un vaccino, quello anti covid, che ancora non è ufficialmente disponibile e che chissà quando e come sarà assicurato alla popolazione.
Visti gli esiti della campagna di vaccinazione per l’influenza di stagione non c’è da essere granché ottimisti.
Rimanendo in tema di sanità, vanno evidenziati anche i problemi del post Covid, come ha fatto oggi chi il virus lo ha vissuto sulla propria pelle, il medico saccense Nino Sandullo.
Si parla solo della fase acuta della malattia, di ampliamento dei posti letto in terapia intensiva e semintensiva, ha scritto in un post su Facebook, ma nulla sul post Covid. Chi affetto da questa malattia ha avuto la fortuna di superarla,a differenza di tanti altri più sfortunati che non c’è l’hanno fatta, denuncia il medico saccense, si ritrova solo ad affrontare il post malattia : mancano i controlli programmati, mancano i reparti di pneumologia, mancano i servizi ambulatoriali e dove presenti non sono adeguatamente attrezzati per la gestione della polmonite interstiziale dopo la fase acuta. Insomma, anche sul Covid ci si limita solo a fronteggiare l’emergenza, ma nulla è stato fatto per seguire l’evoluzione clinica di questi pazienti e per accompagnarli in un percorso terapeutico e ribabilitativo.