destinati dalla Regione Siciliana alla riqualificazione degli edifici scolastici. Questo grazie all'approvazione, da parte della Giunta regionale, della riprogrammazione delle somme residue relative al Fondo Pac-Salvaguardia 2007/2013, dalle quali è stato possibile recuperare risorse ferme dal 2011 e mai del tutto utilizzate dal ministero, rispetto all'iniziale dotazione.
Lo scorrimento della graduatoria del Piano triennale 2018-2020 permetterà di finanziare interventi di adeguamento sismico e messa in sicurezza degli edifici, ampliamenti e completamenti di strutture esistenti, rimozione di barriere architettoniche, interventi di manutenzione straordinaria e opere di riqualificazione che riguarderanno anche la realizzazione di mense, palestre e laboratori scolastici. Si tratta principalmente di progetti esecutivi distribuiti in tutto il territorio regionale: nove in provincia di Catania, sei in provincia di Agrigento e altrettanti nel messinese, cinque a Palermo, tre in provincia di Trapani, quattro tra Enna e Caltanissetta e, infine, uno nel ragusano.
“Grazie a questa dotazione aggiuntiva, che si somma ai 300 milioni impiegati tra il 2018 e il 2019 – afferma l'assessore regionale al ramo Roberto Lagalla - stiamo provvedendo ad avviare il finanziamento di ulteriori 34 progetti, in un primo momento esclusi dall'annualità 2019, ampliando significativamente la platea degli interventi per la riqualificazione e la messa in sicurezza delle scuole. Una necessità, quest'ultima, da troppo tempo trascurata, che, nel corso del tempo, ha creato numerose problematiche, mettendo a rischio l'incolumità degli studenti. È chiaro che si tratta di un lungo e complesso processo che deve proseguire e per il quale è indispensabile l'attiva e pronta collaborazione di Comuni ed ex Province, al fine di rendere subito operative le risorse stanziate dalla Regione Siciliana ed evitare incomprensibili giacenze».
«Parallelamente all'edilizia scolastica – afferma il presidente Nello Musumeci - investiamo su nuovi progetti finalizzati alla digitalizzazione degli ambienti destinati alla didattica. La pandemia ci ha spinto verso un necessario ammodernamento della dotazione tecnologica delle aule, per sostenere nuovi modelli di apprendimento, integrativi tra didattica tradizionale e a distanza, ma soprattutto inclusivi e pensati per innalzare ulteriormente i livelli di competenza dei nostri giovani».