Così oggi al nostro Telegiornale Salvatore Monte, ex consigliere comunale, attore e regista. Un commento che si inquadra in quello che sembra essere stato un autentico "blitz" a sorpresa effettuato nei giorni scorsi all'interno del Teatro Samonà, chiuso da 3 anni dopo l'apertura lampo del 2015 ottenuta dal Rotary e una serie di spettacoli non certo di basso livello che si riuscirono ad organizzare fino all'aprile del 2017. Un sopralluogo disposto dall'assessore ai Beni culturali, che di nome si chiama proprio Samonà con l'obiettivo di risolvere le criticità che attualmente ne impediscono la riapertura (al netto, ovviamente, delle restrizioni imposte dalla pandemia). Ciò che viene fuori sembra il tipico orientamento verso la più farragginosa delle burocrazie, tra analisi, incarichi, progetti e lavori. Messa così la sensazione è che ci vogliano chissà quanti altri milioni di euro prima di riaprire l'opera simbolo delle incompiute di Sciacca. La storia dimostra invece che basta molto meno, dice oggi l'ex assessore Monte. “Il ripristino delle condizioni di decoro del Teatro Popolare di Sciacca – ha invece detto l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – è doveroso per la comunità saccense e per l’intero mondo della cultura. La riapertura definitiva del Teatro è un impegno assunto dal Presidente Musumeci e da me, che a questo luogo sono legato anche da un profondo valore affettivo”.