che l'Istituto Autonomo Case Popolari di Agrigento è pronto a notificare ad altrettante famiglie che non pagano da tempo, a quanto pare, il canone di locazione. Si prospetta, dunque, un Natale amaro per questi nuclei familiari a cui lo IACP provinciale, da quanto si apprende, non intende concedere ulteriori rinvii. Il sistema, infatti, dal punto di vista economico, rischia di collassare: dagli introiti derivanti dagli affitti, l'ente regionale, ogni anno, dovrebbe incamerare 5 milioni di euro. Riesce ad incassarne, invece, appena due, segno che più della metà degli occupanti, a volersi tenere bassi, non paga. Vi sono istituti che versano in condizioni peggiori come a Palermo e a Catania, ma anche Agrigento, stando così le cose, non riesce più a tenere in piedi la baracca.
Le case popolari non sono gratuite, ma hanno un canone agevolato, molto basso, a cui, però, la maggior parte dei residenti non può o non vuole far fronte. Ancora più grave sarebbe il tasso di evasione che riguarda i numerosi magazzini di proprietà di Iacp: anche in questo caso quasi nessuno versarebbe il dovuto. Anche l'istituto, comunque, in parte, non adempie ai suoi compiti. Dovrebbe garantire, infatti, la manutenzione degli alloggi e degli edifici, ma spesso non lo fa. E' un cane che si morde la coda: gli inquilini attendono gli interventi e, per ripicca, non pagano. A sua volta, non incamerando, l'istituto non ha i fondi per garantire i lavori. In mezzo, ci sono gli avvisi di sfratto che stanno per arrivare. Tante volte, al nostro telegiornale, abbiamo documentato, ad esempio, le pessime condizioni manutentive degli alloggi di via Ovidio e di via Acerra a Sciacca, dove non si costruiscono case popolari dal 1990. Qual è oggi la mission degli IACP, oltre a pagare gli stipendi di vertici e dipendenti? Non realizzano nuovi alloggi perché non hanno fondi, non eseguono manutenzioni per lo stesso motivo e molti di questi non approvano, da anni, nemmeno i bilanci. Dopo anni di vacatio, oggi l'istituto agrigentino è diretto dal commissario Gioacchino Pontillo che sta seguendo da vicino, per esempio, la ricostruzione degli alloggi popolari di via Fani a Ribera. Per Pontillo non ci sarebbero più né alternative né tempo: via agli sfratti dopo che gli occupanti hanno ricevuto ripetuti solleciti bonari. E dire che, molti di loro, godono pure del reddito di cittadinanza. Per non parlare, poi, delle occupazioni abusive, più volte notificate dalla Polizia Municipale. Capita, infatti, che proprietari, seppur legittimi, ottengono case popolari, ma di fatto non le utilizzano o perché possiedono altri immobili o perché si trasferiscono per motivi di lavoro. Conseguenze: non pagano l'affitto allo IACP e l'alloggio viene frequentemente occupato abusivamente da un'altra famiglia. Insomma, in questa sorta di tutti contro tutti, il sistema è pronto a saltare e alla Regione Siciliana spetterà mettere una pezza.