come è noto, hanno presentato ricorso al Tar contro la norma regionale che prevede, appunto, lo scioglimento dell’organo, nel caso di mancata approvazione del rendiconto. La novità delle ultime ore è che l’amministrazione ha deciso di costituirsi in giudizio per resistere contro il ricorso dei consiglieri il cui esito, qualora fosse positivo porterebbe al ripristino della funzionalità del Consiglio Comunale di Sciacca. Iniziativa, quella del sindaco Francesca Valenti, che ha generato la forte reazione dei consiglieri Calogero Bono, Salvatore Monte, Giuseppe Milioti, Pasquale Bentivegna, Lorenzo Maglienti, Silvio Caracappa, Gaetano Cognata e Paolo Mandracchia che parlano di fatto molto grave e di un sindaco che dimostra di essere contro la democrazia.
Ritengono veramente intollerabile che il Sindaco di Sciacca si sia fatto autorizzare a tal fine dalla Giunta, incaricando un professionista esterno che sarà pagato con risorse pubbliche, attraverso somme prelevate dal fondo di riserva e, con un’autentica forzatura, in gestione provvisoria.
Quel che maggiormente risulta inquietante per i consiglieri è il passaggio in cui nell’atto deliberativo, si giustifica la costituzione in giudizio, con presunte gravi conseguenze per il Comune nel caso di accoglimento del ricorso, ossia nel caso in cui verrebbe ripristinato il Consiglio Comunale di Sciacca.
Per i consiglieri Bono, Monte, Milioti, Bentivegna, Maglienti, Caracappa, Cognata e Mandracchia è chiaro che il sindaco si schiera contro il suo Consiglio Comunale, considerato che un eventuale esito positivo apporterebbe un vantaggio anche per i consiglieri della ex maggioranza che pure non hanno presentato ricorso, ma fatto ancora più grave che lo stia facendo utilizzando risorse pubbliche. Oltretutto, aggiungono, l’atto di costituzione in giudizio del Comune non è altro che una difesa dell’operato dell’ Assessorato alle Autonomie Locali posto che l’iniziativa dei consiglieri era rivolta esclusivamente a contestare la norma regionale e non riguardava in alcun modo l’amministrazione comunale.
Insomma, ammesso che il Consiglio torni nella piena operatività, certamente questa circostanza non danneggerebbe il Comune di Sciacca. E’ quanto rilevano i consiglieri che si riservano di valutare gli estremi del danno erariale nella delibera in questione,ma soprattutto fanno emergere come l’amministrazione comunale non esiti a resistere in giudizio, con soldi pubblici, per evitare a tutti i costi che l’organo di controllo politico, eletto dai cittadini, ritorni in carica.