contro lo scioglimento del consiglio comunale, in quanto il ricorso al TAR è stato proposto non solo contro la Regione, ma anche contro il Comune stesso”.
Così Francesca Valenti ribatte stamattina alla nota di sabato scorso, quella con la quale i dieci ex consiglieri comunali che hanno impugnato il decreto di sospensione davanti la giustizia amministrativa hanno evidenziato come la prima cittadina si sia sostanzialmente schierata contro il loro possibile reintegro, accusandola di inseguire una visione sostanzialmente antidemocratica del suo ruolo, che prediligerebbe una gestione solitaria dell'amministrazione senza “l'ingombro” dell'organo di indirizzo e controllo.
“Ma i ricorrenti – chiarisce la Valenti al nostro telegiornale – non impugnano solo il decreto di sospensione del consiglio comunale disposto dall'assessorato alle Autonomie locali, ma anche atti del comune stesso. Mi domando come sia possibile che abbiano impugnato una regolare deliberazione del Consiglio comunale da loro stessi votata”.
Francesca Valenti cita in particolare la delibera numero 44 del 27 ottobre, quella con cui il consiglio ha bocciato in aula il conto consuntivo, vicenda questa che rappresenta una autentica linea di demarcazione da cui, a cascata, si è dato il “la” al procedimento prima di sospensione e poi di scioglimento. “Impugnano la loro stessa delibera”, fa notare ancora Francesca Valenti. Probabilmente sul piano giuridico la validità del ricorso contro lo scioglimento rende inevitabili taluni passaggi. Se i consiglieri sono costretti a fare ricorso anche contro il comune, evidentemente il comune (e il sindaco pro-tempore ne è il rappresentante legale) non può rimanere a braccia conserte ad aspettare il corso degli eventi.
Ma, come più volte abbiamo evidenziato, la questione non riguarda soltanto le carte bollate, ma ci troviamo davanti ad una vicenda squisitamente politica. E questo malgrado, probabilmente, la stessa burocrazia comunale abbia messo in evidenza la necessità di intervenire nel contenzioso che, evidentemente, non coinvolge soltanto gli ex consiglieri e la regione siciliana. Questione che induce il sindaco, probabilmente, a temere che una possibile sentenza favorevole che culminasse con il reintegro del consiglio possa in qualche maniera condizionare la validità degli atti fin qui approvati dal commissario straordinario (a partire proprio da quel Consuntivo della discordia), non dimenticando che il potere sostitutivo del consiglio comunale si accinge a breve ad approvare anche quel bilancio di previsione. Ma, come abbiamo detto, il problema non è solo di natura legale. Questa vicenda è d'altronde soltanto l'ultimo capitolo di una battaglia politica che è andata aldilà di ogni possibile immaginazione. Battaglia iniziata dopo le elezioni del 2017, quando normalmente le elezioni sono il simbolo della conclusione di ogni battaglia. Ma questo è un altro discorso.