e i commissari prefettizi che gestiscono “Girgenti Acque”. Non è piaciuta a Gervasio Venuti e a Giuseppe Massimo Dell'Aira la reazione di Francesca Valenti alle notizie riguardanti il conguaglio sulle bollette idriche del 2018. Ed è proprio questo il motivo per il quale nelle scorse hanno reso pubblico il contenuto della delibera con cui l'ATI lo scorso giugno prendeva atto della necessità di adeguare le tariffe all'aumento Istat, dal 2015 in avanti. Ma non è l'adeguamento Istat ciò che il sindaco di Sciacca ha messo in discussione, bensì la concentrazione di ben quattro anni di questo aumento tutti sul 2018. Ecco dunque chiarito il motivo per cui le bollette del 2018 sono diventate letteralmente pazze. Ma mentre per la gestione commissariale il caso è chiuso (vista la disponibilità a concedere agli utenti in difficoltà la possibilità di rateizzare il debito), sulla questione è intervenuto il deputato regionale del PD Michele Catanzaro, che si è rivolto al prefetto di Agrigento Cocciufa chiedendole un intervento per revocare o prorogare i discussi conguagli del 2018. Per Catanzaro occorre un grande sforzo comune per stare vicini alla comunità, anche se il parlamentare si impegna per tentare di trovare una soluzione alla situazione attuale e per valutare i percorsi normativi utili a bloccare futuri aumenti.
La questione è oggetto ancora una volta anche oggi di un intervento dell'opposizione di centrodestra di Sciacca, che continua ad additare Francesca Valenti come la responsabile di questi conguagli. Al sindaco viene così chiesto di assumersi le sue responsabilità, ammettendo di avere sbagliato.
Un tema che registra oggi anche l'intervento del segretario generale della CISL delle province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna Emanuele Gallo, il quale ricorda come sul prezzo dell’acqua influisca il rapporto dei costi e degli investimenti privati che le singole Ati avevano approvato, e come alla luce di quanto sta accadendo sia doveroso puntare sul Recovery Fund per sostenere investimenti strutturali che non vadano a gravare sull’utente finale». Nel momento difficile che si sta vivendo l'unica strada è un intervento della Regione per ottenere il diritto di recesso dalla convenzione con Siciliacque o comunque rivederla allineandola ai principi generali di sussidiarietà dei costi. Ai sindaci presidenti delle ATI la CISL chiede di evitare lo sgradito regalo di Natale dei conguagli ai cittadini.