i commissari prefettizi che gestiscono la Girgenti Acque, anzi va esattamente in direzione opposta. È questa l'opinione dei segretari provinciali di CGIL, CISL ed UIL i quali, sulla vertenza aperta nei giorni scorsi sul destino dei lavoratori dell'ente gestore (il timore è che si proceda ad un centinaio di licenziamenti) si sono rivolti in una nota ai sindaci e al prefetto. Fanno notare come la società di gestione di impianti e risorse idriche abbia nel tempo accumulato 90 milioni di euro di debiti che, verosimilmente, dovranno essere ripianati dai comuni nell'ambito della nuova società consortile che si dovrebbe costituire (e presso la quale i sindacati chiedono il transito sia di quello che rimane della Girgenti Acqua sia della Hydortecne, ovverosia le società che sono finite in amministrazione pubblica dopo le interdittive antimafia inflitte dalla prefettura negli anni scorsi). Un aspetto, quello economico, che preoccupa notevolmente i segretari confederali (Alfonso Buscemi per la CGIL, Emanuele Gallo per la CISL e Gero Acquisto per la UIL). I quali fanno notare, infatti, che il nuovo piano d'ambito terrebbe conto di un costo del personale che fa riferimento alla tariffa vigente nel 2012, quindi a uno scenario che risale a 10 anni fa, senza tenere conto degli adeguamenti tariffari che nel frattempo sono intervenuti. A fronte di questa situazione, per CGIL, CISL ed UIL il pericolo è il decadimento del modello organizzativo, che oggi conta di poco più di 300 dipendenti e che, secondo gli stessi commissari prefettizi, dovrebbero essere almeno 360, tenendo sempre conto però del fatto che i comuni gestiti da Girgenti Acque continuano ad essere 27, e non 43. Il timore delle organizzazioni sindacali è uno squilibrio finanziario sin dal primo anno della nuova società e un conseguente abbassamento della qualità dei servizi. Ad aggravare la situazione anche il rischio di dovere incrementare da 10 a 13 milioni di euro la somma di acqua da dovere acquistare da Siciliacque. Il futuro dunque appare tutt'altro che roseo, anche per il pericolo di un incremento degli utenti morosi. Tutte preoccupazioni che vengono confermate pure in presenza delle rassicurazioni della presidente dell'ATI Francesca Valenti in ordine al mantenimento dei livelli occupazionali. Ritengono, infatti, che tale scenario si debba inquadrare in una prospettiva che al momento è più un auspicio che una realtà possibile.