semivuoti. A denunciarlo gli agricoltori del territorio che mostrano preoccupazione in vista dell'irrigazione dei prossimi mesi estivi. Le principali dighe agrigentine non sono nemmeno a metà della loro capienza massima. Questo perché, durante i mesi autunnali, non ha mai piovuto, mentre i rovesci delle ultime settimane sono stati, a quanto pare, insufficienti a risolvere, finora, il problema. L'auspicio è che il proseguo della stagione invernale possa contribuire a dare una boccata d'ossigeno al settore e agli invasi.
Le sei dighe agrigentine presentano un livello molto basso di acqua. E’ il caso della diga “Castello” di Bivona che serve tutto il comprensorio riberese e che ad oggi ha accumulato circa 7 milioni e mezzo di metri cubi d’acqua a fronte dei 21 milioni della sua capacità. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno la “Castello” è quasi vuota e il fiume Magazzolo era in piena.
Brutta situazione pure al lago “Arancio” di Sambuca di Sicilia che, in questi giorni, ha accumulato poco più di 13 milioni di metri cubi d’acqua, a fronte della sua capacità ricettiva che nell’inverno scorso aveva raggiunto oltre i 25 milioni. Ne mancano almeno 10 per dare certezze d’irrigazione estiva a tutto il vasto comprensorio agricolo tra Sciacca, Menfi e Sambuca di Sicilia.
Non è migliore la situazione nell’area montana occidentale della provincia dove le dighe “Raia” di Prizzi, “Gammauta” di Palazzo Adriano e “Leone” di Santo Stefano Quisquina non raggiungono insieme i 5 milioni di metri cubi, quando ne potrebbero avere almeno 10. Questi invasi, pur se in territorio palermitano, servono pure la provincia di Agrigento. Il laghetto “Gorgo” di Montallegro, su 700 mila metri cubi di acqua, non arriva nemmeno a metà. Stessa situazione nel settore orientale della provincia dove sono allocate le dighe “San Giovanni” e “Furore” sul fiume Naro e sul torrente Burraito. Si sconta la lunga siccità estiva ed autunnale ed i terreni, aridi e secchi, tendono ad assorbire completamente la pioggia degli ultimi giorni, non permettendo di alimentare torrenti, fiumi e dighe. In mezzo a questo mezzo disastro, la beffa è quella che l'acqua del fiume Sosio – Verdura si riversa in mare, sprecando circa 90 milioni di metri cubi d'acqua. Questo perché manca, da sempre, un invaso a valle che possa raccogliere questo sempre più prezioso liquido.