del Governo per le associazioni ambientaliste. Il Governo Conte, infatti, a quanto pare, ha fatto scadere i termini della moratoria sulle trivellazioni petrolifere, senza mettere in atto il cosiddetto Piano d'uso del Mare (ossia il Pitesai) che avrebbe finalmente messo delle regole chiare sulla compatibilità tra territori e trivelle. Se il governo non dovesse porre tempestivamente rimedio a questa grave ed inaspettata inadempienza, a partire dall'anno venturo, le società petrolifere potranno ritornare a chiedere permessi di ricerca e coltivazione di idrocarburi dove vorranno.
A rischio tornerebbe ad essere l'intero Canale di Sicilia, finora piuttosto preservato grazie all'attività incessante delle associazioni ambientaliste e del Comitato locale e regionale Stoppa La Piattaforma, che, evidententemente, a breve, stando così le cose, dovrà riprendere per forza ad interloquire con i tavoli tecnici e politici. La scelta di non prorogare il Blocca Trivelle è piuttosto clamorosa sia perché il Premier Conte e il ministro Costa si sono detti più volte contrari alle trivellazioni sia perché oltre un terzo delle risorse del cosiddetto “Recovery Fund” appaiono destinate alle energie rinnovabili, in tutt'altra direzione, quindi, rispetto agli idrocarburi. Gli interessi imprenditoriali, ovviamente, sono fortissimi. Lo stop di 18 mesi delle ricerche di idrocarburi in mare e l'aumento dei canoni di concessione. In questo consisteva il Blocco Trivelle, oggi sospeso. E adesso? E adesso gli ambientalisti sperano, quantomeno, nella proroga in extremis della moratoria per guadagnare altro tempo. Sindaci e Comitati dei Comuni costieri sono già in preallarme e pronti a farsi sentire. Senza moratoria e senza Piano d'uso del mare, oltre alle nuove richieste, potrebbero riprendere vita, per così dire, oltre 50 autorizzazione che erano stato sospese, alcune delle quali inerenti al Canale di Sicilia, dinanzi le coste tra le province di Siracusa e Agrigento. Un segnale negativo che sta già creando non poche tensioni all’interno della maggioranza di governo.