dell'annunciata sospensione, più nessuna notizia. A distanza di più di due settimane, dall'assemblea territoriale idrica ancora non c'è traccia di comunicazioni formali che consentano ai cittadini di non pagare le bollette. Mancherebbero, insomma, gli atti ufficiali e consequenziali. La scadenza di queste bollette è datata all'ormai prossimo 12 gennaio, tra qualche giorno. Dopo l'annuncio della sospensione, in pochi hanno pagato, ma tutti si chiedono se e quando dovranno farlo, o se arriveranno nuove bollette, rivedute e corrette, al posto delle precedenti. In assenza di provvedimenti formali concreti, non c'è nulla, al momento, che consenta agli utenti di non pagare o di chiedere i rimborsi per coloro che lo hanno già fatto.
Oltre al comunicato stampa della deputazione agrigentina, l'unico atto che al momento esiste ed è pubblico si riferisce ad una delibera del direttivo dell'Ati, delle scorse settimane, che di fatto rinvia il pagamento e la scadenza alludendo a problemi economici e sociali a causa dell'emergenza sanitaria che non accenna a placarsi. Nessun riferimento a questioni tecniche e burocratiche, né ad irregolarità o illegittimità – come chiedono a gran voce, invece, associazioni di consumatori e comitati che considerano, addirittura, da annullare le somme richieste poiché retroattive. La gestione commissariale di Girgenti Acque attende lumi dall'ATI che, a sua volta, è pressata da tanti sindaci che chiedono chiarimenti ed atti ufficiali. Per Girgenti Acque, per bloccare i pagamenti, serve un voto assembleare. Secondo l'ATI basta la delibera del direttivo. A ribadire che il conguaglio non va pagato, nelle ultime ore, è il deputato regionale pentastellato Giovanni Di Caro. "Durante l'incontro avuto con il presidente Nello Musumeci nei giorni scorsi - ha detto Di Caro - è stato chiarito che il conguaglio al momento non va pagato. Si è anche manifestata la volontà del Governo regionale di regolamentare la questione con una norma. Certamente è necessario che l'Ati prenda posizione in modo pubblico". Ecco, appunto.