Alle restrizioni già previste dal governo nazionale, infatti, il presidente Nello Musumeci ha aggiunto un rinforzo, ossia il divieto di far visita ad amici e parenti. Lo ha fatto con una ordinanza emanata ieri sera che, oltre a recepire le misure limitative previste per la zona rossa, ha aggiunto questa ulteriore limitazione negli spostamenti che sono comunque consentiti solo all’interno del proprio comune. Musumeci si è adeguato, invece, alle regole nazionali sul fronte scolastico. Dopo la settimana di chiusura di tutte le scuole, ad eccezione dell’infanzia, da lunedì riprenderà la didattica in presenza per le scuole primarie e per le prime classi della scuola media. Tutti gli altri, ossia seconde e terze classi delle medie e scuole superiori proseguiranno la didattica a distanza. Chiuse anche le università in Sicilia. Decisione, quella sulle scuole, tra le più discusse e oggetto di polemiche. Musumeci questa mattina, ha aggiunto che, tra due settimane, qualora i dati del contagio non dovessero migliorare, procederà alla chiusura di tutte le scuole.
Sulle restrizioni in vigore da domani nell’isola, Musumeci ha detto che non c’erano alternative, rivendicando ancora una volta di avere espressamente chiesto al ministro Speranza la zona rossa per la Sicilia. E’ stato accontentato, mentre forti contestazioni sono arrivate invece dal governatore della Lombardia, altra regione in zona rossa assieme alla provincia autonoma di Bolzano, dove il provvedimento, pure di fronte a numeri del contagio ben peggiori della Sicilia, è stato ritenuto eccessivo e fortemente penalizzante. Succede anche questo. C’è chi contesta la zona rossa e chi la richiede espressamente. In Sicilia, però, non sono mancate le critiche a Musumeci. Sono arrivate dal Pd, con il capogruppo all’ARS Lupo per il quale la dichiarazione di zona rossa sancisce il fallimento del governo regionale nella gestione del Coronavirus, ma anche dal sindaco di Caltanissetta per il quale la zona rossa punisce anche le città e i territori dove i dati del contagio sono contenuti. La zona rossa non andava richiesta ed estesa a tutta la Regione, ma adottata per quelle province e quei grandi comuni in cui effettivamente si registra un allarme da settimane. Di tutto, di più, mentre commercianti e artigiani da ieri sera sono alla ricerca di notizie per capire se le loro attività rientrano tra quelle per le quali è prevista la chiusura o se, al contrario, possono continuare a lavorare. Occorre districarsi tra limitazioni della zona rossa, ordinanza del presidente della Regione e il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri approvato giusto ieri che sostanzialmente proroga fino al 15 febbraio lo spostamento tra regioni, indipendente dal colore, il divieto di asporto per i bar dopo le 18 il mantenimento del coprifuoco dalle 22 alle 5.
Nella zona rossa gli spostamenti, anche all’interno del proprio comune, sono consentiti solo per motivi di lavoro, salute o necessità e occorrerà esibire l’autocertificazione.
I negozi sono chiusi, ad accezione dei generi alimentari, farmacie, parafarmacie, tabaccherie, edicole, ma anche quelle attività che assicurano beni e servizi di prima necessita. Insomma, sono previste diverse deroghe rispetto alla scorsa primavera a casa e, infatti, rimangono aperti ad esempio: ferramenta, cartolibrerie, fiorai, lavanderie, barbieri e parrucchieri.
Bar e ristoranti chiusi, possono lavorare solo con l’asporto e la consegna a domicilio. In base al nuovo DPCM però, l’asporto per i bar è consentito solo fino alle 18 mentre per i ristoranti fino alle 22. Rimangono chiuse palestre, piscine, centri estetici, teatri, cinema e musei