un settore che ha già registrato un calo degli incassi superiore al 50% rispetto allo scorso anno. A fare emergere i dati è Confesercenti Sicilia dopo la prima settimana di saldi nell'isola con un focus che ha interessato molte aziende del settore abbigliamento e calzature a cui è stato somministrato un questionario di otto domande. Ai commercianti è stato chiesto di fare un primo bilancio sull'andamento dei saldi scegliendo tra tre opzioni: "negativo", "estremamente negativo" e "sufficientemente positivo". La totalità degli intervistati ha scelto le prime due opzioni e quasi 7 su 10, l'espressione più grave "estremamente negativo". Con un altro quesito è stato chiesto anche di quantificare le perdite. E a questa domanda il 65% ha risposto "oltre il 50%", mentre il 35% ha giudicato le perdite "entro il 50%". "Un risultato estremamente preoccupante - dice il presidente di Confesercenti Sicilia, l'agrigentino Vittorio Messina - specie perché siamo all'avvio di quello che sempre più appare come un nuovo lockdown e che colpirà ancora una volta il settore dell'abbigliamento e calzature che fino ad oggi non è stato tenuto nella giusta considerazione in fatto di ristori". Il 69% delle imprese del settore teme di dovere adottare misure drastiche come la "riduzione del personale" e/o la "chiusura di punti vendita" mentre quasi il 12% ha dichiarato di avere già chiuso un ramo d'azienda. Otto le domande poste ai commercianti per provare a delineare il quadro. Se per l'83% delle aziende la Regione dovrebbe esercitare un peso maggiore nei confronti del Governo nazionale, potrebbero essere utili al comparto anche misure straordinarie come la "rottamazione della scorte in magazzino", il "prolungamento della stagione dei saldi" e "altre misure" che Confesercenti ha chiesto di indicare e in cima alle quali compaiono le voci "finanziamenti a fondo perduto" e "riduzione delle tasse locali". Neppure l'arrivo del vaccino risulta rassicurante per gli intervistati. Il 58,8% si è detto "sfiduciato", a fronte di un 38,2% "moderatamente fiducioso" e ad un timido 3% "ottimista". "Siamo a lavoro in tutte le province - dice Messina - per dar vita a piattaforme di proposte programmatiche che partano dai Comuni per arrivare ai governi regionale e nazionale.