È quanto evidenziano oggi il sindaco Francesca Valenti e l’assessore Michele Bacchi dopo la certificazione dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (ARPA) che ha validato i dati del Dipartimento regionale dell’Acqua e dei Rifiuti per la premialità ai comuni che nel 2019 hanno superato la soglia del 65 per cento.
L’Arpa ha validato i dati di 38 Comuni, tra cui il dato di Sciacca, e per 12 Comuni non ha proceduto alla validazione per alcune difformità riscontrate.
Il dato validato dall’Arpa al Comune di Sciacca è quello del 74,6 per cento di raccolta differenziata raggiunta nel 2019, dunque, ben oltre la soglia minima del 65%. Tutto ciò si traduce anche in un riconoscimento economico. Si attende la ripartizione della premialità da parte della Regione Siciliana ai cosiddetti comuni virtuosi.
Bene, benissimo, ma tutto ciò finora non si è tradotto nel conseguente beneficio per i cittadini che pure era stato prospettato. Aumentando la raccolta differenziata e raggiungendo significative percentuali, i cittadini pagheranno meno. Questo si diceva e, invece, non solo la tari non è diminutita negli anni, ma è destinata ad aumentare nei prossimi.
Si è puntato giustamente sulla differenziata, ma non sono stati fatti gli investimenti necessari sugli impianti.Ad esempio non si è tenuto conto del fatto che il centro di compostaggio di contrada Santa Maria a Sciacca non poteva accogliere l’umido di tutti i comuni che fanno riferimento alla struttura. Infatti, pur con percentuali di differenziata notevoli, l’impianto arriva a saturazione costante, soprattutto nella stagione estiva. E si potrebbe continuare citando anche i ritardi nell’adeguamento e conseguente riapertura della discarica di contrada Salinella. Insomma, quello dell’impiantistica è il vero problema della questione rifiuti. Non a caso i costi del servizio continuano a lievitare anche e soprattutto perché la spazzatura, pure differenziata, la dobbiamo portare ad Alcamo, ma anche a Catania e sperare anche che questi centri non ci chiudano i cancelli, come è anche successo.
Non solo gli impianti, nell’aggravio dei costi dobbiamo anche includere quelli della bonifica delle discariche abusive nel territorio saccense e l’estate scorsa, soprattutto, abbiamo dato il massimo. Il problema è che i costi del servizio, nonostante le manchevolezze, i ritardi e il rimpallo di responsabilità tra i vari enti, sono totalmente a carico dei cittadini, di quelli che la Tari la pagano, ovviamente.
E così, nonostante il 74,6% di differenziata raggiunto nel 2019 sia un risultato importante nel panorama dei comuni siciliani con più di 20 mila abitanti, destinato anche a crescere in virtu’ dell’ampliamento delle zone interessate al “porta a porta”, c’è da constatare che gli attesi benefici economici per l’utente non si sono ancora realizzati.