che hanno deciso di ingaggiare una battaglia legale per contestare il decreto di sospensione, a firma del dirigente dell’assessorato regionale agli enti locali, e il successivo decreto di scioglimento a firma del presidente della Regione Nello Musumeci.
Il Tribunale Amministrativo Regione non entrerà nel merito della vicenda in questa fase, ma si pronuncerà sulla istanza di sospensiva. Non è poco. In primo luogo perché un accoglimento del ricorso determinerebbe, di fatto il reintegro di tutti i consiglieri, ovviamente anche dei 16 che il ricorso non lo hanno presentato. In caso contrario, il commissario continuerebbe, come fa da un paio di mesi, a sostituire il Consiglio Comunale di Sciacca. Tra due giorni questo arcano, almeno, sarà svelato.
Questo primo pronunciamento del Tar costituirà comunque un tassello importante, nell’ottica della futura discussione del ricorso presentato dai consiglieri Bono, Bentivegna, Caracappa, Cognata, Milioti, Monte, Maglienti e Mandracchia, ossia di quando di entrerà nel merito dei rilievi posti alla base della contestazione del decreto di scioglimento del Consiglio Comunale. La più importante è quella che fa riferimento alla presunta assenza di una norma vera e propria che sancisca lo scioglimento dei consigli comunali nel caso di mancata approvazione del rendiconto. Siamo nel labirinto legislativo in cui, spesso, si interpretano le norme a proprio convincimento. Succede, peraltro, che anche sullo stesso quesito l’ufficio legale e legislativo della Regione si pronunci in maniera opposta. Nel merito della questione dei consigli comunali, nel 2013 con parere a firma dei dirigenti Palma e Mattarella l’ufficio legale della Regione aveva sostanzialmente avvalorato la regolarità della procedura di scioglimento nel caso di mancata adozione del rendiconto di gestione, mentre nello scorso mese di dicembre sempre l’ufficio legale e legislativo della Regione, con parere a firma stavolta del dirigente Anzaldi di , ha sostenuto il contrario. Lo ha fatto proprio in relazione alla battaglia legale del comune di Siracusa sostenendo, quindi, che lo scioglimento del consiglio comunale per la mancata approvazione del rendiconto, in assenza di una norma regionale ad hoc, appare illegittimo.
Nel 2013 si dice una cosa, nel 2020 l’esatto contrario. Su questo ultimo parere ovviamente si basa l’ottimismo degli otto consiglieri comunali di Sciacca che hanno presentato il ricorso, posto che la decisione spetta comunque al Tribunale Amministrativo Regionale. E tra due giorni si vedrà quale sarà il primo pronunciamento del Tar.