(tra molecolari e test rapidi). Il tasso di positività cala lievemente e passa al 4,1%. Rispetto a ieri, dunque, sono aumentati i contagi, ma anche i tamponi effettuati. Indubbiamente, se confrontati a quelli della scorsa settimana quando la media giornaliera era di 1.500 casi, da alcuni giorni si inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel. Basti pensare che rispetto a martedì scorso i contagi sono calati del 41%. Non accenna a diminuire invece il dato dei decessi. In Sicilia ci sono state altre 36 vittime nelle ultime 24 ore.
Significativo anche il dato delle guarigioni, sono state 1.456 .
Dei 970 nuovi casi di Covid sono 72 quelli registrati in provincia di Agrigento, 308 a Palermo, 188 a Catania, 104 a Messina, 162 a Trapani, 14 a Ragusa, 84 a Siracusa, 36 a Caltanissetta e 2 a Enna.
Gli attuali positivi adesso sono 47.479 di cui 1435 ricoverati in regime ordinario( 4 in meno rispetto a ieri) e 229 in terapia intensiva (2 in più rispetto alle 24 ore precedenti). 45.815 i soggetti in isolamento domiciliare.
Dalla primavera scorsa ad oggi sono complessivamnete 131.607 i contagiati in Sicilia, 3.296 i morti.
Intanto la campagna di vaccinazione va avanti anche se a rilento. Ora sno 104.430 le persone che in Sicilia hanno ricevuto la prima dose del vaccino. L’isola è terza tra le regioni italiane, dietro Lombardia e Lazio, per numero di dosi ricevute (169.525) e la diciassettesima per tasso di somministrazione (61.6 %,) . Sul tema vaccini, il parlamentare regionale Michele Catanzaro ha chiesto al Presidente della Regione e all'Assessore alla Sanità di inserire anche la figura professionale dell'odontotecnico fra le categorie prioritarie da sottoporre alla campagna vaccinale anti Covid-19. Bisogna intervenire al più presto nei confronti degli odontotecnici, dice il deputato saccense, per garantire uniformità di trattamento, oltre che per attuare i valori e principi di equità, reciprocità, legittimità e protezione. Gli odontotecnici - aggiunge Catanzaro - non possono essere esclusi dalla categorie di professionisti ai quali in maniera prioritaria occorre somministrare il vaccino anche alla luce del loro ruolo operativo sia nelle strutture pubbliche che private, tale da consentirgli di rispondere alle necessità sanitarie richieste dai medici per i loro pazienti.