sia nelle seconde e terze medie, sia negli istituti superiori (al 50 per cento). L'auspicio è quello di tornare in aula il primo febbraio o comunque al cessare della "zona rossa" in Sicilia. È quanto ribadito durante una riunione a Palazzo Orléans della Task-force regionale, presieduta dal professore Adelfio Elio Cardinale, presente l'assessore regionale all'Istruzione, Roberto Lagalla. «C'è l'impegno dell'assessorato alla Salute e di tutto il governo Musumeci - evidenzia l'assessore Lagalla - ad assicurare lo screening degli alunni dai 14 anni in su, dei docenti e di tutto il personale scolastico, nei drive-in allestiti in tutta l'Isola e a continuare il monitoraggio negli istituti, con le apposite Usca scolastiche, dopo la ripresa».
La Task-force ha ribadito, poi, la raccomandazione di utilizzare le mascherine Ffp2 per i docenti di sostegno delle scuole di ogni ordine e grado e per gli insegnanti dell'infanzia e della primaria.
«Confermato anche - aggiunge l'assessore regionale all’istruzione- il potenziamento dei trasporti urbani ed extraurbani in coincidenza con la riapertura degli istituti superiori, secondo i Piani provinciali elaborati e coordinati dalle Prefetture». Piani che sono rimasti nei cassetti da un mese circa, erano stati definiti prima delle vacanze natalizie, in previsione di una ripresa dell’attività didattica in presenza dall’8 gennaio scorso. E, invece, arrivò l’ordinanza di chiusura di tutte le scuole, ad eccezione dell’infanzia, del presidente della Regione Nello Musumeci. Solo per una settimana, in realtà, ma a far rimanere a casa gli studenti delle superiori e anche delle seconde e terze classi delle medie fu la successiva istituzione, della zona rossa in Sicilia. Dalla prossima settimana, la Regione dovrebbe passare alla zona arancione, a meno di ulteriori allarmanti dati relativi alla diffusione del contagio e l’assessorato regionale all’istruzione prospetta una ripresa della didattica in presenza anche per le superiori, in dad ormai da circa tre mesi. Oltre allo screening, dunque, occorre attuare il piano concordato alla Prefettura di Agrigento che prevedeva orari scaglionati di ingresso e di uscita degli studenti secondo due fasce orarie (mattina e pomeriggio) che tenessero conto delle esigenze dei territori coinvolti e accompagnati da una potenziamento del servizio di trasporto pubblico locale sia mediante l’implementazione delle corse sia con l’impiego di mezzi aggiuntivi, da sanificare frequentemente, e rispettando il limite del 50% della capienza.