Questa la conclusione dell'attesa udienza del Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo da cui, proprio stamattina, ci si aspettava una decisione favorevole o contraria per la sospensione del provvedimento del presidente della Regione sullo scioglimento del consiglio comunale di Sciacca. Scioglimento disposto a seguito della mancata approvazione da parte del consiglio comunale del Rendiconto del 2019. La decisione definitiva adesso è attesa a breve, probabilmente entro i prossimi 15 giorni. Ovviamente l'orientamento odierno dei giudici amministrativi suscita diversi interrogativi. Si ritiene, infatti, che il TAR decida di bypassare la fase della sospensiva o meno di un provvedimento se e quando consideri particolarmente chiara la fondatezza o l'eventuale infondatezza di un ricorso presentato. Ricordiamo che sono stati 8 i consiglieri comunali che hanno deciso di impugnare il provvedimento di scioglimento del consiglio comunale: Pasquale Bentivegna, Calogero Bono, Silvio Caracappa, Gaetano Cognata, Lorenzo Maglienti, Paolo Mandracchia, Giuseppe Milioti e Salvatore Monte. Lo hanno fatto ritenendo tutt'altro che chiara la norma sulla base della quale l'autorità regionale può sciogliere il consiglio comunale. I precedenti della vicenda sono naturalmente al centro di valutazioni diverse: da Siracusa a Mascali, la giustizia amministrativa ha avuto orientamenti differenti. La questione dirimente sembra essere la vigenza di una norma certa che stabilisce la sanzione dello scioglimento dei consigli per la mancata approvazione del bilancio, mentre per il rendiconto ci si baserebbe solo sul contenuto di una circolare. Nelle scorse ore è venuto fuori il parere (che gli otto ricorrenti considerano determinante) dell'ufficio legislativo e legale della Regione siciliana, che sembra andare incontro alla tesi contraria allo scioglimento. Bisogna dire che, quanto meno, il predetto ufficio ha cambiato idea, visto che con un altro parere del 2013 sosteneva esattamente l'opposto, ancorché con firme di funzionari diversi. Il tema comunque è piuttosto controverso. A cercare di mettervi ordine per il futuro dovrà essere la stessa Assemblea Regionale Siciliana. È in tale direzione che la commissione parlamentare Affari Istituzionali ha già licenziato un disegno di legge (che adesso approderà a Sala d'Ercole) che impedirà alla Regione di sciogliere il consiglio in caso di mancata approvazione del consuntivo, stabilendo evidentemente solo la nomina di un commissario ad acta, mantenendo questa sanzione solo in caso di bocciatura del bilancio di previsione. Una norma che naturalmente non potrà essere retroattiva, per cui sul caso di Sciacca dovrà essere il pronunciamento finale del TAR a cambiare eventualmente le cose. Una vicenda oggetto di polemiche anche per la decisione di Francesca Valenti (da lei definita inevitabile) di costituirsi in giudizio contro il ricorso sulla base del fatto che quel ricorso conteneva specifiche istanze volte ad ottenere l'annullamento di atti del comune.