Una nuova fornitura, dopo quella iniziale del mese scorso, che permette dunque di riprogrammare sin da subito le somministrazioni vaccinali, alla luce del fatto che rispetto al preparato della Pfizer-Biontech questo vaccino (che, ricordiamocelo, prevede sempre la doppia inoculazione, con il cosiddetto "richiamo") presuppone procedure di conservazione un po' più agevoli. Numeri piuttosto contenuti, quelli dei vaccini che vengono messi a disposizione delle strutture autorizzate (peraltro l'ospedale di Sciacca è "hub" di riferimento dell'intero comprensorio). Numeri contenuti che scontano il problema delle inattese riduzioni di forniture da parte delle aziende con le quali l'Unione Europea ha stipulato dei contratti che però le case farmaceutiche (compresa AstraZeneca) stanno faticando oltremisura a rispettare. Le vaccinazioni dopo il personale sanitario devono ripartire giocoforza dalla popolazione anziana, i cosiddetti "ultraottantenni", che sono le categorie chiaramente più a rischio. Qualche vaccinazione a questa parte della popolazione è già stata fatta con la precedente fornitura. Il sistema di accreditamento nella lista dei pazienti da vaccinare (attraverso la registrazione nella piattaforma dell'Asp) naturalmente coinvolgerà i medici di famiglia. Rimane pacifico che non è con questa disponibilità così ridotta di vaccini che si potrà ottenere al più presto la celebre immunità di gregge. Argomento privilegiato di discussione in questa fase è comunque anche quello di un'organizzazione capillare che va programmata per la vaccinazione di massa. Non si può certamente pensare che i soli ospedali possano garantire un servizio così importante. Bisognerà infatti creare altre zone in tutti i territori, ma occorre anche il personale necessario. In questo momento si pensa alla sanità militare, ma bisognerà anche pensare ad altro. Intanto a livello di organizzazione si apprende che la stessa Farmacia dell'ospedale di Sciacca è sprovvista della necessaria figura professionale del magazziniere, che è colui che predispone le forniture di farmaci ai singoli reparti. Una lacuna che si inquadra proprio in una fase in cui l'unità operativa è chiamata a gestire anche la disponibilità dei vaccini, per cui tutto diventa più difficile. Stando a quanto risulta, pare che ciascun reparto si avvalga di un proprio operatore sanitario costretto a raggiungere la Farmacia e ad organizzare la fornitura dei farmaci necessari. Una situazione tutt'altro che normale, che dimostra ancora una volta come la sanità dalle nostre parti sia una specie di coperta perennemente troppo corta: per un problema che si risolve ce ne sono altri due che si presentano.