Stiamo parlando dell'unità operativa di Farmacia del "Giovanni Paolo II" di Sciacca, che opera con pochissimo personale a sua disposizione (oltre al primario c'è una sola dottoressa, un infermiere e un operatore ausiliario) e con l'assenza di una figura professionale fondamentale, come quella del magazziniere, che è colui il quale è chiamato a organizzare le forniture di farmaci e dispositivi di protezione individuale ai singoli reparti in funzione dentro il nosocomio. Un servizio, quest'ultimo, che al momento viene espletato in maniera che è possibile definire "non convenzionale", con il primario di ogni singolo reparto che, quando si rende necessario effettuare il rifornimento di medicine e altri supporti, si vede costretto a mandare in trasferta presso la Farmacia un proprio infermiere per procedere alla preparazione delle forniture: dalla soluzione fisiologica ai guanti, dai farmaci necessari da somministrare ai degenti a tutto il resto che è possibile immaginare per far funzionare regolarmente la struttura. Al momento la Farmacia (che è diretta dal dottor Giuseppe Bellavia) ha bisogno di aiuto, perché il servizio che rende rischia il collasso, soprattutto se si pensa che in piena emergenza Covid e nel mezzo della campagna vaccinale, l'unità è chiamata anche a gestire il servizio di conservazione e distribuzione dei vaccini, con esigenze diverse, che comprendono anche la disponibilità di frigoriferi e contenitori termici per custodire al meglio i vaccini. Naturalmente il personale della Farmacia preferisce non commentare né rilasciare dichiarazioni, ma tra le corsie dell'ospedale il malcontento degli operatori sanitari è a dir poco palpabile. Un'emergenza che si associa alle tante che purtroppo il settore della sanità pubblica siciliana affronta, e alla quale si guarda in prospettiva confidando nel fatto che la disponibilità di risorse maggiori per fronteggiare la diffusione del Coronavirus possa dare una risposta a tante criticità, più o meno latenti.