Un incendio probabilmente di natura dolosa. Se confermato non sarebbe una novità, dato che altre tre volte, l'ultima nel 2014, è stato accertato che sia stato volontariamente l' uomo a mandare in fiamme il podere. Un'ipotesi suggerita anche dal fatto che il fuoco sia stato appiccato in più punti all’interno e all’esterno dell’area coltivata. È quindi facile pensare che dietro l'incendio all'area confiscata a Gaetano Sansone ci sia, ancora una volta, non una mano qualsiasi, ma quella mafiosa. Tuttavia non sono escluse altre piste, come quella, seppur sempre di natura dolosa, che a provocare l'incendio potrebbe essere stato un pastore con l'obiettivo di fare crescere l'erba più velocemente per il suo pascolo. Tutto, però, porta gli investigatori a pensare che l'incendio abbia, piuttosto, l'aria di un avvertimento. Domenica scorsa, a domare le fiamme, i vigili del fuoco di Mazara del Vallo, intervenuti non proprio in tempo perchè impegnati altrove. Al presidente della Cooperativa “Rita Atria” Vito Mazzara non è rimasto altro che presentare avanti al Comando dei Carabinieri una denuncia contro ignoti per danneggiamento. Nessuna dichiarazione in merito all’incendio da parte dello stesso presidente che annuncia un comunicato stampa ma solo dopo che avrà avvertito i soci della Cooperativa. In totale sono, infatti, in sette a gestire l'associazione che si occupa di mandare avanti l'azienda di produzione della nocellara, migliorare il fondo e curare il baglio al suo interno. Insomma un episodio che, se confermato, va ad aggiungersi agli altri fatti di natura mafiosa che di recente si stanno susseguendo a Castelvetrano, primo su tutti lo scioglimento dello giugno scorso del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa, come a ribadire che il fenomeno della Mafia sia tutt'altro che sconfitto.