capeggiati da Giovanna Iacono, candidata alla segreteria provinciale, si sono rivolti al segretario nazionale Nicola Zingaretti per denunciare quello che definiscono “il teatrino di un congresso provinciale segnato, programmato a tavolino, con un finale già scritto da chi è lontano dal territorio”.
Sotto accusa la stessa campagna di tesseramento, con regole che sarebbero state modulate ad uso e consumo di una parte, annullando il ruolo dei dirigenti locali. Respinta ogni richiesta di mediazione. Nel mirino, anche se nel documento non se ne fa il nome, c'è il deputato regionale Michele Catanzaro. I firmatari della nota definiscono “non accoglibili” i tentativi di mediazione, e accusano il PD di avere portato avanti, ad Agrigento e a Ribera (dove si è votato per le amministrative) operazioni che avrebbero favorito il centrodestra, sostenendo candidati sindaci in contrapposizione a candidati espressione del partito.
Senza una vera riflessione su questo e altri fatti, sostengono, non è possibile immaginare un rilancio dell’azione politica del PD agrigentino. Per queste e altre ragioni – osservano i firmatari della nota - non parteciperemo a un congresso segnato, che non si fondi sul confronto delle idee e sui temi aperti alle problematiche del territorio.
Viene chiesto dunque il commissariamento del PD con una figura terza, capace di ascoltare le ragioni di tutti, di ridare dignità e ruolo ai circoli e di avviare un confronto di rinnovamento vero, nel rispetto dei valori fondanti del partito democratico.
Definiscono incomprensibile che in piena pandemia, nel mezzo della grave crisi politica e sociale che stiamo vivendo, nell’incertezza per il futuro di tante donne e uomini, che qualcuno, chiuso in una stanza, stabilisca date, orari e garanti dei congressi di circolo, senza nessuna comunicazione ufficiale e nessun coinvolgimento dei territori e con un tesseramento secretato ad uso e consumo di una sola parte.
Tra qualche mese in diversi comuni della nostra provincia si tornerà a votare per le amministrative e si terranno le elezioni del Presidente e degli organi del Libero Consorzio di Comuni (ex provincia), appuntamenti importanti per il futuro di questo territorio. Il rischio concreto – concludono - è che senza un partito strutturato, capace di tornare ad essere interlocutore politico credibile, le sorti della provincia di Agrigento vengano consegnate ad una destra populista.
Chiedono, infine, che si torni insieme ad una politica capace di elaborare progetti concreti di cambiamento, che non si rassegni e non si consegni alle mere logiche di potere, ma sappia interpretare i bisogni e a rappresentare le istanze vere della società agrigentina.